UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«Insegnanti appassionati e preparati»

La scelta dell’ora di religione a scuola: nella diocesi di La Spezia-Sarzana-Brugnato più di 130 i docenti che offrono ai ragazzi spunti di studio e dialogo
29 Gennaio 2024

Quando si domanda ai ragazzi delle superiori cosa pensino dell’ora di religione, le risposte sono sempre interessanti: cultura, amicizia, stare bene, mettersi in gioco, incontro. Per tanti adolescenti è l’occasione di confrontarsi e di approfondire temi per loro inconsueti in un momento di libertà, in cui ciascuno può esprimere liberamente la propria opinione per arrivare insieme a comprendere di più la realtà in cui si vive. È questa l’esperienza che fanno la maggioranza degli studenti delle scuole superiori anche alla Spezia, e con loro tutti i bambini e bambine che si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola statale e paritaria.

In queste settimane, aperte le iscrizioni alle prime classi dei vari ordini e gradi, le famiglie e gli studenti sono chiamati a scegliere se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica. È una scelta importante, che comporta l’accoglienza nella sua totalità della proposta formativa delle scuole. Non serve ripeterlo ancora: l’ora di religione non è catechesi né indottrinamento, ma una «preziosa opportunità formativa, che arricchisce il percorso scolastico promuovendo la conoscenza delle radici e dei valori cristiani della cultura italiana». E questo può essere testimoniato anche da tanti ragazzi di altre religioni e culture, tradizioni o nazioni, che frequentano le nostre scuole e, fra le varie materie curricolari, anche l’insegnamento della religione.

È quanto emerge anche dalla lettura delle pagine domenicali di Spezia 7, dove spesso troviamo riportate esperienze vissute a scuola per conoscere meglio le tradizioni, la cultura e la religione che hanno segnato le radici dell’Italia, ma anche le numerose occasioni di un’apertura al dialogo con tutti: penso in particolare al confronto con le povertà attraverso i progetti della Caritas oppure la collaborazione con le chiese cristiane non cattoliche e le altre istituzioni culturali della provincia. Pochi giorni fa la presidenza della Conferenza episcopale italiana, in un messaggio sull’Irc, ricordava che l’ora di religione è “una disciplina scolastica aperta, aggiornata dal punto di vista pedagogico e didattico, adeguata all’oggi, attenta ai bisogni educativi delle persone e condotta nel rispetto più assoluto della libertà di coscienza”.

Lo sperimentano più dell’84 per cento degli studenti italiani che se ne avvalgono, e fra questi quelli spezzini. In provincia, sono più di centotrenta gli insegnanti di religione che accompagnano bambini e ragazzi in questa ora di studio e dialogo. Per diventare docenti, hanno studiato all’Istituto “Niccolò V”, ora polo Fad (Formazione a distanza) dell’Istituto di scienze religiose ligure, conseguendo una laurea magistrale.: sono persone che si dedicano all’educazione dei giovani, preparate e appassionate, “che arricchiscono l’esperienza scolastica con un’occasione unica di dialogo, approfondimento culturale e confronto interdisciplinare”, e che spesso nelle scuole rivestono anche incarichi di responsabilità.

L’Irc è un vero momento di crescita personale per tutti, uno spazio aperto al dialogo, fondato sull’ascolto attivo e sostenuto da una comunicazione efficace, capace di offrire chiavi di lettura per comprendere non solo se stessi ma anche la società e la cultura italiana ed europea. Per questo vale la pena scegliere di avvalersene.

Tommaso Fasoli, direttore Ufficio educazione, scuola e università

Avvenire La Spezia Sette, 28 gennaio 2024