UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

In arrivo 2.500 universitari tutor per adolescenti “malati” di Dad

Fondazione Cariplo e Ciai, con Bocconi e Bicocca, rilanciano il programma Top
15 Febbraio 2022

Sono tra i più penalizzati dalla sospensione della scuola in presenza che, anche dopo la ripresa delle lezioni in aula, continua a pesare sulla loro crescita e sul livello di apprendimento acquisito. La Didattica a distanza ha picchiato duro soprattutto sugli adolescenti delle scuole medie ed è a loro che si rivolge la terza edizione del progetto Top, Tutoring online programme, che ha preso il via in questi giorni, promosso e finanziato dalla Fondazione Cariplo, con le Università Bocconi e Bicocca di Milano, il Centro italiano aiuti all’infanzia (Ciai), We School e Techsoup. L’obiettivo è trovare 2.500 studenti universitari che diventino tutor, a distanza, di altrettanti alunni delle scuole medie della Lombardia e delle province di Novara e Verbania, particolarmente svantaggiati dalla Dad. L’ultimo rapporto Invalsi ha chiamato questo fenomeno learning loss e si traduce in una grave perdita di conoscenze e competenze, osservata in modo particolare nella macro-area del Sud, soprattutto Campania, Puglia e Abruzzo. A livello nazionale, l’Invalsi ha quantificato nel 39% gli studenti medi che non hanno raggiunto risultati adeguati in Italiano (con un aumento del 5% rispetto alle rilevazioni del 2018 e 2019), mentre in Matematica si arriva al 45% di “insufficienze” (+5% sul 2018 e +6% sul 2019). Una situazione che genera allarme nelle famiglie e nella scuola, che il progetto Top vuole contribuire a placare attraverso, appunto, il tutoraggio per i ragazzi che fanno più fatica.

«L’iniziativa è totalmente gratuita e punta a coinvolgere, in prima battuta, le scuole, chiamate a indicare i ragazzi più bisognosi di aiuto», spiega Francesca Silva, direttrice del Ciai. Al momento, hanno aderito 115 scuole lombarde e circa mille universitari, ma c’è tempo fino al 28 febbraio per iscriversi. Delle tredici università lombarde, hanno aderito in undici. Le modalità di partecipazione sono illustrate al sito www.tutoringonlineprogram.com. «Un secondo obiettivo – prosegue Silva – è contrastare la mancanza di strumentazione digitale, distribuendo pacchetti digitali agli studenti beneficiari del Top: connessioni e pc portatili messi a disposizione da Intesa Sanpaolo. Infine, puntiamo a consolidare il modello di intervento, rinforzando l’impianto del progetto, anche grazie al coinvolgimento del Terzo settore, per raggiungere un numero maggiore di beneficiari, con l’ipotesi di diffonderlo su scala nazionale».

A sostenere i promotori dell’iniziativa sono anche i buoni risultati osservati durante le passate edizioni di Top. «Grazie alla valutazione d’impatto condotta da Leap Bocconi – si legge in una nota – sappiamo che gli studenti partecipanti hanno mostrato miglioramenti del rendimento scolastico e del benessere psicologico e socio emozionale». Un aiuto importante agli studenti arriva anche dal progressivo ritorno alle lezioni in presenza, pur con le interruzioni dovute ai contagi nelle classi, in questo anno scolastico che si può definire di “mezzo” tra il pre e il post pandemia. Una prima analisi della scuola in questa fase è stata condotta dall’Indire, l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa. Ciò che emerge con chiarezza dall’indagine è che, archiviato il lockdown di primavera, nell’anno scolastico passato gran parte degli insegnanti (con esattezza il 72,1%) ha proseguito le lezioni in presenza. A questo, però, si aggiunge comunque l’utilizzo dei sistemi che fino a qualche mese prima erano diventati routine, come la didattica digitale integrata.

L’indagine, condotta attraverso un questionario online rivolto a un campione selezionato di 2.546 docenti a tempo indeterminato (non di sostegno), evidenzia come i nuovi strumenti in mano ai docenti italiani non siano stati accantonati, ma abbiano rappresentato un aiuto nei casi di quarantene o lezioni a distanza. Il 68,6% degli insegnanti intervistati ha spiegato di aver utilizzato con frequenza la didattica a distanza, mentre quasi la metà ha optato per la didattica ibrida (48,2%) e quella alternata (45,2%). Quello che emerge nettamente, ma che era anche ampiamente prevedibile, è la differenza di scelte tra elementari, medie e superiori. Nel primo caso la didattica in presenza ha raggiunto il 91,8%, mentre nel secondo l’89% e nel terzo il 42,7%.

La ricerca si è soffermata anche su quali strategie siano state adottate dagli insegnanti per favorire il coinvolgimento degli studenti durante la Dad. Mediamente il 72,2% ha utilizzato lo «stimolo del dialogo», mentre il 58,7% ha scelto modalità interattive con strumenti di condivisione e di feedback istantanei. Puntare a stimolare gli interessi degli studenti è stata la strategia adottata dal 26,6% dei docenti («Argomenti di interesse concordati con gli studenti»), mentre la scelta delle modalità di lavoro di gruppo è stata praticata solo dall’11,3% dei soggetti. Ciò che hanno rilevato maggiormente i docenti è una crescita significativa della competenza digitale degli studenti, a discapito però della capacità di lavorare in gruppo e socializzare sia nella scuola primaria sia nella scuola secondaria di primo grado. Per la scuola secondaria di secondo grado, invece, i dati sono più allarmanti, in quanto i docenti hanno dichiarato che il 41,2% degli studenti ha avuto problemi di socializzazione e il 26,1% ha avuto difficoltà a lavorare individualmente.

Paolo Ferrario

Avvenire, 13 febbraio 2022