UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il virus non ha fermato l’aiuto scolastico

L’esperienza di Portofranco a Milano, molto più di un doposcuola, dove 500 volontari aiutano gratuitamente 1.500 studenti delle superiori
19 Luglio 2020

Il coronavirus non ha fermato l’amicizia. È stato l’occasione per metterla alla prova, per temprarla in mezzo agli inevitabili disagi provocati dalla lontananza fisica a cui ci si è dovuti sottoporre. È l’esperienza vissuta in questi mesi da tanti giovani che frequentano Portofranco, un centro di aiuto allo studio che si regge interamente sulla dedizione dei volontari: studenti universitari, insegnanti, professionisti in pensione. I numeri che danno conto dell’attività svolta in tempi ordinari sono significativi: l’anno scorso 500 volontari hanno aiutato 1.500 studenti delle scuole superiori a recuperare i ritardi accumulati in varie materie, per un totale di 20.000 ore di studio. Tutte secondo la formula dell’abbinamento personalizzato, un volontario per ogni studente. Tutto gratis, con un risparmio calcolato in 500.000 euro per le famiglie che avrebbero dovuto sostenere le spese delle ripetizioni.

Ma Portofranco è molto più che un doposcuola: è l’ambito in cui in questi anni migliaia di giovani hanno incontrato persone che li hanno aiutati a ripartire, a ritrovare fiducia nelle proprie capacità, perfino a scoprire una passione per lo studio. Un’esperienza fatta anche di gite, feste, vacanze studio, tornei sportivi, momenti di convivenza. Insomma, una trama di amicizie che aiuta a dare sapore alla vita, a risvegliare l’umano. Quest’anno l’irrompere del coronavirus ha comportato la chiusura forzata della sede di viale Papiniano, a cui ha fatto seguito la decisione di continuare comunque la vita di Portofranco, a partire dall’aiuto allo studio online.

Dal 16 marzo al 15 luglio, data di chiusura per la pausa estiva, sono stati realizzati 1650 appuntamenti che hanno coinvolto 153 ragazzi e 106 volontari. Dietro i numeri, tante storie fatte di incoraggiamento a non perdersi d’animo di fronte alle nuove difficoltà, di sostegno tecnologico per risolvere i problemi di connessione o per aiutare qualche volontario anzianotto che, pur se digiuno di Internet e pc, ha accettato la sfida di rimettersi a imparare per poter aiutare nativi digitali che dovevano recuperare qualche materia. Anche altre attività che fanno parte dell’offerta educativa di Portofranco sono state mantenute, seppure 'a distanza': i 'pomeriggi maturandi' con lezioni online per preparare l’esame, i ripassi di storia, lo sportello psicologico, l’aiuto all’orientamento per l’università (https://www.youtube.com/watch?v=claoX0qQwIA& t=81s).

Questi mesi son stati fruttuosi anche per i volontari. «Aiutare i ragazzi a studiare aiuta pure me – racconta Lucia –. Vedendo come alcuni sono curiosi e fanno tante domande, mi viene voglia di tornare a studiare le mie cose dell’università con la stessa curiosità che hanno loro e che spesso, soprattutto in questo periodo, lascio da parte per la fretta di studiare più cose possibili in una giornata». Maria Cristina porta impressa nella mente una frase di Papa Francesco: «Davanti a Dio che ci serve fino a dare la vita, chiediamo la grazia di vivere per servire. Sono grata a Portofranco perché anche in questo periodo ci ha dato la possibilità di educarci a vivere per servire».

E a settembre che si fa? «Stiamo ragionando su come sarà possibile riaprire – spiega il presidente Alberto Bonfanti – tenendo conto delle disposizioni che verranno emanate e delle esigenze di recupero di molti ragazzi, visto come si è concluso l’anno scolastico. Ma l’esperienza di questi mesi ci spinge a continuare il percorso educativo cominciato vent’anni fa, avendo come bussola la frase di Plutarco che abbiamo riprodotto nella nostra sede: i giovani non sono vasi da riempire ma fuochi da accendere».

Giorgio Paolucci

Avvenire Milano, 17 luglio 2020