“Poiché le università rimangono il luogo principale in cui vengono formati i futuri leader, occorre che la conoscenza e la cultura in tutta la loro ampiezza ispirino tutti gli aspetti delle istituzioni educative rendendole sempre più inclusive e capaci di generare opportunità e promozione sociale”. È l’auspicio del Papa, che durante la visita alla Sophia University ha chiesto all’ateneo dei gesuiti di “essere non solo un centro di formazione intellettuale, ma anche un luogo in cui una società migliore e un futuro più ricco di speranza possono prendere forma”.
“L’amore per la natura, così tipico delle culture asiatiche, qui dovrebbe esprimersi in una preoccupazione intelligente e anticipatrice per la protezione della terra, nostra casa comune”, l’auspicio sulla scorta della Laudato si’: “Preoccupazione che possa coniugarsi con la promozione di una nuova episteme in grado di allargare e mettere in discussione ogni tentativo riduzionista da parte del paradigma tecnocratico”.
L’Università Sophia si è sempre distinta per un’identità umanistica, cristiana e internazionale”, ha ricordato Francesco: “La tradizione ignaziana, su cui si basa Sophia, deve stimolare tanto gli insegnanti quanto gli studenti a creare un’atmosfera che favorisca la riflessione e il discernimento”. “Nessuno studente di questa università dovrebbe laurearsi senza aver imparato come scegliere, responsabilmente e liberamente, ciò che in coscienza sa essere il meglio”, l’appello di Francesco: “Possiate, in ogni situazione, anche in quelle più complesse, interessarvi a ciò che nella vostra condotta è giusto e umano, onesto e responsabile, come decisi difensori dei vulnerabili, e possiate esser conosciuto per quell’integrità che è tanto necessaria in questi momenti, nei quali le parole e le azioni sono spesso false o fuorvianti”.
“La vostra Università nel suo insieme è chiamata a concentrarsi sui giovani, che non solo devono essere destinatari di un’educazione qualificata, ma anche partecipare a tale educazione, offrendo le loro idee e condividendo la loro visione e le speranze per il futuro”, ha proseguito il Papa, chiedendo anche di “camminare con i poveri e gli emarginati del nostro mondo”.
“L’Università, focalizzata sulla sua missione, dovrà essere sempre aperta a creare un arcipelago in grado di mettere in relazione ciò che socialmente e culturalmente può essere concepito come separato”, ha affermato Francesco: “Gli emarginati saranno coinvolti e inseriti in modo creativo nel curriculum universitario, cercando di creare le condizioni perché ciò si traduca nella promozione di uno stile educativo capace di ridurre le fratture e le distanze”. “Lo studio universitario di qualità, piuttosto che essere considerato un privilegio di pochi, va accompagnato dalla consapevolezza di essere servitori della giustizia e del bene comune”, la tesi del Papa: “Servizio da attuare nell’area che ognuno è chiamato a sviluppare. Una causa che ci riguarda tutti; il consiglio di Pietro a Paolo è valido ancor oggi: non dimentichiamoci dei poveri”.
Sir, 26 novembre 2019