Il Politecnico di Milano si conferma per il quinto anno consecutivo la prima Università italiana ottenendo il proprio risultato migliore e il secondo risultato nazionale di tutte le edizioni. Il Politecnico - 149mo al mondo, e da cinque anni il migliore in Italia - continua la sua traiettoria ascendente (era 187mo nel 2015) ottiene il primato italiano per la proporzione di docenti internazionali (364mo posto) e per la proporzione di studenti internazionali (269mo posto). Il “Poli” inoltre è il più apprezzato dai recruiter internazionali, classificandosi 61° per Employer Reputation.
E ieri, il Politecnico è stato presentato un nuovo corso di laurea magistrale che raccoglie l’eredità di Expo e il suo patrimonio valoriale, dal cibo alla nutrizione. È la novità formativa che dal prossimo anno accademico 2019/2020 amplia l’offerta e apre 'Food engineering', un corso in inglese per formare gli addetti del foodtech: «una nuova generazione di studenti che sfruttando le innovazioni tecnologiche avranno competenze sia scientifiche che alimentari, per cavalcare i trend del settore », ha precisato il rettore, Ferruccio Resta, alla presentazione del progetto, insieme al presidente di Confagricoltura Lombardia, Antonio Boselli, alla vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo, e all’assessore regionale all’Agricoltura, Fabio Rolfi.
Dal packaging, ai big data, dalla sicurezza alimentare, alla tracciabilità della filiera, alla logistica: i campi di azione che necessitano di essere implementati e padroneggiati per conoscere lo scenario dell’alimentare sono già tanti. Si tratta infatti di uno dei settori con maggiore impatto sociale e ambientale e ha bisogno di essere ripensato. La risposta del Politecnico per ora è unica nel suo genere a livello nazionale e dà seguito alle richieste di innovazione del mondo delle imprese e alle necessità di un settore fondamentale per lo sviluppo economico. Partner strategici di Food engineering sono alcune aziende del mondo alimentare, da Esselunga, a Granarolo, da Nestlè a Unilever Italia, e poi Goglio, Number1, Unitec. Tutte si sono unite al Politecnico per progettare insieme un corso orientato a garantire un positivo riscontro con le reali esigenze del mercato. Tutte le aziende partner hanno infatti già necessità di figure professionali simili nel proprio organico, a metà tra ingegneri chimici, gestionali, energetici, ambientali. Per affrontare le sfide di tutta la filiera serve un nuovo approccio. L’alimentare in Italia è un comparto in crescita che nei primi anni del 2019 ha segnato un +2,2% secondo i dati di Federalimentari. Dà lavoro a 3 milioni di persone e con 42 miliardi di export è un volano per l’economia del Paese.
Caterina Maconi
Avvenire, 19 giugno 2019