UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il futuro della scuola si pensa già oggi

In rete il confronto lanciato da un manifesto della Fidae. Kaladich: “Questo periodo ci ha insegnato a cogliere ciò che è essenziale”
8 Maggio 2020

«La scuola che ripartirà a settembre non potrà essere come quella che abbiamo lasciato a fine febbraio. Ma soprattutto dobbiamo iniziare già ora a pensare come inizierà a partire da settembre». Virginia Kaladich, presidente nazionale della Federazione che riunisce le scuole cattoliche paritarie dalle elementari alle superiori (Fidae), ha le idee molto chiare: «Le risposte devono arrivare presto, nascere dal confronto con esperti e devono essere condivise». Un cammino che la Fidae intende avviare a partire da oggi con la campagna #vogliamofarescuola.

L’appuntamento è per questo pomeriggio alle 17,30 quando si svolgerà la conferenza stampa di presentazione del progetto (per partecipare al webinar: https://bit.ly/35ADs0k) con la presenza «anche di alcuni esperti che ci hanno aiutato in queste settimane a mettere insieme alcune linee guida proprio per far ripartire la scuola ». E ci tiene la presidente Kaladich a sottolineare la parola “scuola” senza aggettivi. «È una proposta che nasce in casa nostra, ma è rivolta alla scuola tutta, statale e paritaria, senza distinzioni». Ecco allora i contributi di suor Alessandra Smerilli dell’Università Auxilium, di Francesco Vaia, direttore sanitario dell’ospedale Spallanzani, della professoressa Elena Granata del Politecnico di Milano e di Sergio Massironi rettore del Collegio Villoresi San Giuseppe di Monza e Merate ed Ernesto Diaco direttore dell’Ufficio scuola e università della Cei.

«Cercheremo di offrire una cornice – aggiunge la presidente della Fidae – dentro la quale tutti possano trovare soluzioni, progetti, percorsi utili per far ripartire la scuola da settembre». Duplice l’obiettivo: indicare percorsi didattici di crescita per gli studenti, e farlo in piena sicurezza nell’attuale situazione di emergenza sanitaria. «Già molte realtà associative della scuola hanno dato la propria adesione – aggiunge Virginia Kaladich – e anche moltissimi singoli istituti, segno di una volontà di riprendere al meglio la propria attività, che attualmente ci ha visto ricorrere come tutti a una didattica a distanza». La presidente della Fidae dirige un polo scolastico paritario a Monselice in provincia di Padova e sta vivendo le fatiche, «ma anche l’entusiasmo e l’impegno che i nostri docenti stanno mettendo in campo». Ogni mattina «passo a vedere le nostre classi virtuali e vedo la voglia di esserci dei ragazzi e la loro speranza di tornare presto a scuola».

Osservazioni che hanno portato la Fidae a riflettere sul futuro della scuola, o meglio del modo di fare scuola. «Questo periodo ci ha insegnato a cogliere ciò che è essenziale ed efficace per la scuola – commenta Kaladich –. Ecco dobbiamo partire da qui per dare un volto nuovo alla scuola, alla nostra didattica, sempre con chiaro l’obiettivo di far stare bene i nostri ragazzi, affinché vivano al meglio l’esperienza della scuola». Il progetto #vogliamofarescuola punta proprio a questo. Ripensare la scuola anche con la didattica a distanza, ma senza perdere l’essenzialità dell’azione didattica. «Da settembre 2020 credo che debba partire un percorso che, nel rispetto delle norme sanitarie, ripensi spazi, tempi, luoghi e ideali. Sarà un progetto – aggiunge la presidente della Fidae – che vuole diventare una prassi di riferimento e per questo la Giunta esecutiva dell’Uni, l’ente italiano di normazione, ha già approvato l’avvio di questo progetto». Insomma un progetto validato e utile a tutti.

Uno slancio, quella della Fidae, che stride con il comportamento finora messo in campo dal governo nei confronti della scuola paritaria. «Nonostante le promesse gli aiuti annunciati non si sono visti nel decreto Cura Italia – commenta con rammarico Kaladich –. Ora ci dicono che interverranno con il decreto economico. Aspettiamo di vedere se dalle parole si passerà finalmente ai fatti. Non lo dico per le scuole, ma per il diritto di scelta delle famiglie, che scelgono le nostre scuole. Sono cittadini italiani come tutti gli altri e non comprendo perché siano discriminati. Le paritarie sono parte integrante dell’unico sistema scolastico italiano. Ma si continua a dimenticarlo».

Enrico Lenzi

Avvenire, 8 maggio 2020