Trionfano le associazioni dei genitori, e non solo: «Dopo anni di battaglie abbiamo ottenuto un diritto costituzionale, quella libertà educativa che vede le famiglie come prime responsabili della crescita culturale dei propri figli». Lo sancisce una nuova circolare del Miur, il ministero dell’Istruzione: 'Tutte le attività didattiche inserite nel Piano triennale dell’offerta formativa, anche aggiunte in corso d’anno, devono essere portate tempestivamente a conoscenza delle famiglie. Ciò vale in particolare per le attività che prevedano l’acquisizione di obiettivi di apprendimento ulteriori rispetto alle indicazioni nazionali di riferimento'.
Insomma, i genitori che hanno iscritto i propri figli a scuola non avranno più brutte sorprese, sapranno sempre quali princìpi verranno insegnati e quali 'buoni maestri' verranno chiamati a testimoniare come esempio di vita. Una circolare promossa a pieni voti, a partire dal Forum delle Associazioni Familiari: «Siamo contenti, è certamente un passo avanti nel percorso di alleanza educativa in atto tra genitori, docenti e dirigenti scolastici – dice la vicepresidente nazionale con delega all’Istruzione, Maria Grazia Colombo –. Siamo altresì convinti che c’è ancora tanta strada da fare per rendere sempre più la scuola non un luogo di conflitto tra fazioni, ma un’opportunità di collaborazione e crescita reciproca».
La circolare conferma sostanzialmente il 'Patto di Corresponsabilità educativa' rivisto mesi fa dalla commissione nominata dall’ex ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, che ha lavorato con l’apporto di tutte le associazioni dei genitori. Il risultato è che oggi è messa nero su bianco la necessità che tutte le attività didattiche vengano comunicate subito alle famiglie: 'Ciò dovrebbe avvenire al più tardi al momento dell’iscrizione a scuola', raccomanda il Miur, ma in caso di attività inserite in corsa le famiglie dovranno avere 'informazione esaustiva e tempestiva'.
Lapalissiano, verrebbe da dire, persino scontato... Ma evidentemente non avveniva, se le associazioni hanno dovuto lottare per un diritto/ dovere sancito dalle Carte dei diritti umani: «Dopo tanti anni di lavoro tenace lo strumento del consenso informato è un grande risultato», dice Massimo Gandolfini, leader del Family Day. «Abbiamo svolto in questi mesi un pacifico dialogo con il ministro Bussetti e con gli uffici direzionali preposti, giungendo oggi alla comunicazione pubblica dell’indispensabile coinvolgimento dei genitori nell’educazione dei propri figli: così si sancisce il principio fondamentale espresso dalla Costituzione della libertà educativa e non potrà più accadere che vengano introdotti a scuola percorsi extracurriculari senza che i genitori ne abbiano dato informato consenso». «Niente più gender nelle scuole – conclude Toni Brandi di Pro Vita –, questa storia dimostra come semplici cittadini disposti a scendere in campo possano cambiare il futuro».
Lucia Bellaspiga
Avvenire, 23 novembre 2018