I genitori sanno davvero cosa viene insegnato a scuola ai figli? Al di là dei programmi curricolari di Matematica o Geografia, cosa sanno realmente le famiglie dell’orientamento educativo della scuola? Per scoprirlo, un intraprendente gruppo di genitori bolognesi ha ideato Pof, un’app per valutare il Piano triennale dell’Offerta formativa, che nasce per dare concretezza e rendere più smart l’approccio con quel “patto di corresponsabilità educativa” che sta alla base della collaborazione fra famiglia e scuola.
«L’idea ci è venuta nel 2015, quando alcuni genitori, inseriti nei consigli di classe e di istituto, si resero conto che c’era una scarsa chiarezza riguardo ai contenuti del fondamentale documento», spiega Marco Malagoli, uno dei genitori promotori dell’app Pof. «Nei fatti, viene chiesta una sottoscrizione sulla fiducia. Dunque ci siamo attivati per capire cosa fare per migliorare la comunicazione fra scuola e famiglia».
All’epoca aveva fatto molto discutere, a Bologna, la denuncia di un insegnante circa una lezione di “educazione alla salute” tenuta da “esperti” esterni, i cui contenuti erano sconosciuti ai genitori. «Ecco perché – prosegue il papà ideatore – abbiamo pensato ad uno strumento che potesse aiutare i genitori, ma anche le scuole stesse, ad avere una maggiore consapevolezza della qualità e coerenza del documento».
Dal 2015 i download dell’app Pof sono stati oltre 4mila: «L’app, completamente gratuita, fornisce le competenze per comprendere i contenuti del Piano triennale dell’Offerta formativa di una scuola». L’app si compone di diverse sezioni: «Pof alla mano, gli utilizzatori vengono guidati in un’osservazione analitica di esso». Per insegnare ad usare l’app, «organizziamo serate formative ed informative, sempre molto partecipate. All’interno dell’applicazione sono disponibili numerosi contenuti multimediali che spiegano in maniera sintetica, ma esaustiva, le principali cose da sapere sul Pof».
Per creare la scala di valutazione presente nell’app, i genitori proponenti si sono affidati alla consulenza del professor Nerino Arcangeli, psicoterapeuta con lunga esperienza nella scuola, in modo che avesse basi scientifiche ed utilizzasse criteri il più possibile oggettivi: «Ci siamo messi a disposizione di questo progetto per sostenere altri genitori come noi nel difficile compito educativo – dicono i promotori – incentivando, dal basso, la collaborazione con le scuole, coinvolgendo non solo le famiglie e gli insegnanti, ma tutta la comunità educante (parrocchie, gruppi informali, polisportive), perché i nostri figli crescano il più possibile equilibrati e felici».
Chiara Pazzaglia
Avvenire, 21 marzo 2019