“Il pluralismo educativo è un bene necessario da custodire”. A ricordarlo è suor Anna Monia Alfieri, già presidente Fidae Lombardia, in una nota in cui stigmatizza “la discriminazione che quotidianamente subiscono gli allievi disabili e i loro genitori” nel sistema scolastico italiano.
“La famiglia del disabile a ragion veduta pretende che il figlio possa essere incluso nella scuola pubblica, sia nella statale come nella paritaria”, spiega la religiosa: “Ma nella prima il dirigente lamenta di essere senza docente di sostegno e invita la famiglia a tenere il pargolo a casa (alla faccia delle politiche famigliari e dell’aiuto alle donne per lavorare) e il gestore della seconda dice che lo Stato non provvede alla copertura del docente di sostegno, quindi se i disabili vengono accolti, la scuola chiude. Ma all’Usr la famiglia si sente rispondere che lo Stato ha destinato 20mila euro alla scuola statale e ha erogato 20mila alla scuola paritaria… Rimbalzano le responsabilità, la famiglia già stressata si arrende e l’ingiustizia continua senza soluzione di sorta. Pazienza: ci si abitua a tutto, al non senso, alle bugie, alle mezze verità”.
Eppure esistono esperienze positive, come ad esempio in Lombardia, dove la Dote Scuola 2019/2020 “prevede il doppio finanziamento di 1,5 milioni per il riconoscimento del merito e di ben 4,5 milioni per il sostegno agli studenti disabili, con l’obiettivo di garantire il diritto allo studio e la libertà di scelta della scuola attraverso il riconoscimento di un contributo alle spese sostenute per l’insegnante di sostegno nelle scuole primarie e in quelle secondarie di primo e secondo grado paritarie che accolgono studenti disabili”. “I poveri non possono accedere liberamente alla scuola che ritengono migliore per i propri figli per motivi puramente economici, il che è contrario alla nostra Costituzione”, la denuncia di suor Alfieri, che lancia un appello affinché i disabili “possano frequentare la scuola che vogliono”.
Sir, 11 gennaio 2020