Il diritto degli alunni disabili ad avere tutte le ore di sostegno di cui hanno necessità, non può essere piegato ad «esigenze di contenimento della spesa pubblica». Lo dice, a chiare lettere, la sentenza pilota 2023 del 2017 del Consiglio di Stato, la cui Sesta Sezione, sulla base di una ricostruzione complessiva della normativa sulla tutela degli alunni disabili, ha individuato i principi e i procedimenti in base ai quali i loro diritti devono essere concretamente attuati. In particolare, la magistratura amministrativa ricorda che «le istituzioni scolastiche ed il Ministero dell’economia e delle finanze non possono impedire per esigenze di contenimento della spesa pubblica - l’effettiva fruizione delle ore di sostegno e di tutte le altre misure d’assistenza previste dalla legge per i medesimi alunni disabili».
Per una volta, insomma, una buona notizia per le famiglie dei 224.509 alunni disabili delle scuole statali e anche per quelle dei 12mila che frequentano le scuole paritarie. «Sono lietissimo che anche il Consiglio di Stato si sia adeguato a due sentenze fondamentali della Corte Costituzionale», commenta l’avvocato Salvatore Nocera, esperto di integrazione scolastica della Fish, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap. Nello specifico, con la sentenza 80 del 2010, che riguardava le ore di sostegno e con la 275 del 2017 sulle ore di Assistenza educativa e per la comunicazione (Aec), la Corte Costituzionale, ricorda Nocera, «ha tolto qualsiasi alibi agli enti locali che, con la scusa del pareggio di bilancio, diventato obbligatorio dopo la modifica dell’articolo 81 della Costituzione, erano soliti tagliare i fondi alla disabilità». Ora non lo potranno più fare perché la Corte Costituzionale (e adesso il Consiglio di Stato), hanno stabilito che in caso di conflitto tra i diritti degli alunni disabili e le necessità di bilancio, a prevalere devono essere sempre i primi. «Non ci sono i soldi», non sarà, insomma, più una risposta accettabile.
A onor del vero, per tante famiglie non lo è mai stata. Come riporta puntualmente il rapporto Istat su “Integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado” (156mila in totale), «circa l’8% delle famiglie di alunni della scuola primaria e il 5% della secondaria ha presentato negli anni un ricorso per ottenere l’aumento delle ore di sostegno». Un fenomeno presente soprattutto al Sud, dove, ricorda l’Istituto di statistica, la quota delle famiglie che ha fatto ricorso al Tribunale civile o al Tribunale amministrativo «è circa il doppio rispetto a quella delle regioni del Nord». In cifre, si tratta del 12,4% rispetto al 5% nella scuola primaria e del 9,1% contro il 2% nella media. Un altro divario da colmare dando a tutti gli alunni disabili (del Nord, del Centro e del Sud) il sostegno e l’assistenza di cui hanno diritto.
Paolo Ferrario
Avvenire, 4 maggio 2017