UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Guerra: come rispondere alle domande dei bambini?

I più piccoli si attendono spiegazioni e rassicurazioni da genitori e insegnanti
22 Ottobre 2023

«Papà, un’altra guerra?» Mio figlio, sette anni, esordisce così. Alla tv passano i titoli del telegiornale. E, quando ci sono di mezzo i bambini, i titoli si fanno duri. Forse troppo. Con tanto di immagini. E seguita: «Papà, ma cosa succede?». E io supplico il Padreterno di farmi uscire dalla bocca le parole giuste. Come andare avanti? Come motivare quelle immagini che continuano a fare irruzione nelle nostre case. Come fugare dubbi, donare speranze, rassicurare.

Perché in più angoli del mondo è in corso una guerra? Vallo a spiegare tu ai bambini. Loro, che dopo un litigio tornano a giocare a palla come se nulla fosse. Le città bombardate, i palazzi crollati, le persone uccise e... i bambini. Loro. Perché? E allora si tenta una risposta... Tu sai cos’è una guerra. Un litigio continuo. Qualcosa più che una lotta. Certo, mio figlio mi guarda. Attende. E torniamo alla domanda iniziale: come possiamo spiegarlo? Ad esempio, a scuola. Da educatori, come possiamo prepararci – e preparare – i ragazzi alla giornata di preghiera appena passata? Affinché non passi inosservata e non diventi un momento scontato. Con gli adolescenti, forse, occorre puntare più sui concetti di ragionevolezza e di democrazia. Costantemente in pericolo.

E ai bambini? Mi vien da dire: come accade tra due persone che hanno smesso di parlarsi. E che – però – vogliono farsi del male, anziché trovare una soluzione. Per il bene. Temi da affrontare con calma. Tra genitori. Con un obiettivo principale: far passare il concetto di sicurezza. Di protezione. Può risultare difficile, ma rassicurare i bambini dicendogli che la guerra non è in Italia e che la storia dell’umanità ci ha insegnato che dopo ogni guerra verrà una tregua e la pace, potrà tranquillizzarli. Temo però che a queste domande dovremo abituarci. E al mondo della scuola e dell’educazione lancio un invito: un gesto da fare tutti insieme. Perché contro il male si vince solo insieme.

Paolo Usellini, preside e pedagogista

Avvenire, 19 ottobre 202