UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Giovani protagonisti” entusiasti e responsabili

Si è concluso il progetto promosso dal Tavolo delle Dipendenze e dall’Ufficio di pastorale scolastica della Diocesi di Bologna
11 Giugno 2023

«Noi siamo giovani protagonisti!»: con questa ovazione corale si è recentemente concluso il progetto «Giovani Protagonisti» che il Tavolo delle Dipendenze e l’Ufficio pastorale scolastica della Diocesi hanno realizzato in cinque scuole di Bologna e nel carcere minorile, con il patrocinio di Ufficio scolastico regionale e Comune di Bologna ed in collaborazione con Ceis, Papa Giovanni XXIII, Open Group, Ipsser.

Più di 160 giovani presenti, delle quarte classi di Belluzzi, Majorana, Manzoni, Leonardo da Vinci, Salvemini accompagnati dai loro insegnanti hanno raccontato quello che hanno realizzato in parte delle ore curriculari di «Cittadinanza e Costituzione».

Per attivarli, è stato sufficiente porsi in un atteggiamento di ascolto indicando gli ambiti di intervento (sostenibilità ambientale, cultura digitale, rapporto con la diversità/ disabilità) in cui poter proporre progettazioni concrete, attuate con metodo partecipato e collaborativo. Molteplici e coerenti gli esiti. Dalla proposta degli erogatori di acqua all’interno della scuola, al questionario per favorire un maggior utilizzo dello Sportello di ascolto, all’approfondimento della conoscenza delle realtà di volontariato per facilitarne la diffusione. E poi il grande lavoro sulla presa d’atto delle differenze e la loro valorizzazione, la proposta alla dirigenza scolastica di gestire le assemblee di Istituto come anche la festa di fine anno o l’indicazione di organizzare spazi di incontro per le esigenze particolari degli alunni che frequentano il liceo sportivo. Nel presentare gli esiti del loro lavoro, i ragazzi non hanno mancato di sottolineare la condizione favorevole generata dal metodo di lavoro degli educatori, perché, oltre che sentirsi ascoltati, hanno vissuto il beneficio dello spazio dato al lavoro di gruppo sulla classe. Opportunità di ascolto molto gradita anche per gli ospiti al Tavolo dei relatori che sono intervenuti dopo i ragazzi.

Stefano Versari ha messo in evidenza il valore della relazione, sostenuta dalla curiosità per la conoscenza delle storie di vita di ciascuno, l’assessore Daniele Ara ha invitato i ragazzi a farsi presenti sostenuti dalla speranza che le cose possono cambiare, don Massimo Ruggiano ha riacceso l’interesse sul valore delle diverse appartenenze culturali e i diversi punti di vista mentre don Stefano Zangarini ha riconosciuto l’esperienza di Giovani Protagonisti come passaggio importante del cammino sinodale che la Diocesi sta portando avanti.

Il cardinale Zuppi ha fermato lo sguardo su tre temi toccati dal lavoro dei ragazzi: protagonismo, diversità, conoscenza. Importanza del protagonismo per costruire sé stessi, protagonisti si è ascoltando gli altri e anche quando si chiede aiuto; diversità come valore per poter scoprire le cose belle degli altri; infine la conoscenza generata dall’ascolto come opportunità di dare risposte, ma anche maggiori opportunità alla nostra capacità di relazione e al nostro protagonismo. Ipser infine ha presentato i risultati del progetto. Silvia Cocchi, incaricata diocesana per la Pastorale scolastica, che ha moderato l’incontro, ha concluso con la proposta dell’ovazione corale come segno di condivisione, come l’abbraccio che ci tiene insieme per andare avanti costruendo percorsi ed opportunità. E infine un grazie all’Istituto Belluzzi, al dirigente Vincenzo Manganaro e alla professoressa Maria Letizia Cotti che ci hanno ospitato. Per saperne di più: giovaniprotagonisti@chiesadibologna.it

Teresa Marzocchi

In ascolto del pianeta scuola

Si è concluso il Progetto «Giovani Protagonisti», realizzato dal Tavolo delle Dipendenze e dall’Ufficio di pastorale scolastica della Diocesi, in 9 classi di 5 scuole di Bologna (Leonardo da Vinci-Casalecchio di Reno, Itc Gaetano Salvemini-Casalecchio di Reno, Manzoni-Bologna, IIS Ettore Majorana-San Lazzaro di Savena, Iis Belluzzi Fioravanti-Bologna) e nel carcere minorile. Il Progetto ha avuto il patrocinio dell’Ufficio scolastico regionale, del Comune di Bologna e la collaborazione di Ceis, Papa Giovanni XXIII, Open Group e, per il monitoraggio, Ipsser. Le attività di 14 ore, delle 33 curriculari di «Cittadinanza e Costituzione», sono state monitorate con questionari e focus group, al fine di verificarne l’efficacia e la rispondenza agli obiettivi del Progetto. Gli studenti dichiarano di aver partecipato «con entusiasmo», con la prospettiva di «inventare qualcosa» e, anche, perché no, di «divertirsi».

L’entusiasmo conferma l’esigenza di attività innovative che producano azioni e gesti concreti. La «soddisfazione» per il percorso compiuto viene espressa dal 76% degli studenti. La prospettiva di uno scenario «di novità e di creazione di qualcosa» costituisce una delle chiavi interpretative dominanti dei giudizi espressi dagli studenti, al punto da essere più consistente rispetto ad un desiderio di divertimento. L’attesa di «inventare qualcosa di nuovo», espresso alla partenza delle attività, ha avuto risposte positive, nel corso del progetto, secondo l’85% degli studenti. L’espressione della propria creatività si è indirizzata, secondo la quasi totalità degli studenti, verso un «progettare qualcosa per gli altri». Si può, forse, evidenziare, tra gli studenti, una propensione altruistica tutta da esplorare e da far emergere?

La percezione degli studenti di «poco ascolto», da parte della scuola, si modifica radicalmente in riferimento agli insegnanti. Infatti, il 79% degli studenti riconosce che «gli insegnanti ascoltano le loro proposte». Tre quarti degli studenti esprimono ampiamente la loro «disponibilità a lavorare insieme», pur nell’ampio riconoscimento che «ognuno ha le proprie idee» (77%). La presenza di una molteplicità di idee non implica, sottolineano gli studenti, che «ognuno pensi a sé», chiudendosi agli altri.

Nell’ambito delle attività si è venuto a creare uno spazio «di leggerezza e di lavoro», che ha reso possibile dibattere tematiche non sempre trattate durante l’attività scolastica, secondo il 62% degli studenti, ma tuttavia a loro non estranee (69%). Viene sottolineata, da alcuni studenti, la limitatezza delle ore dedicate al progetto, non ritenute sufficienti alla completa realizzazione del dibattito e dei lavori.

Le attività sono diventate, nella percezione dell’89% degli studenti, come uno spazio in cui «hanno potuto parlare liberamente» ed «essere ascoltati». In ragione di ciò, il 73% degli studenti afferma che «i loro interessi sono stati tenuti in considerazione», pur nella difficoltà a conciliare le idee di tutti. In conclusione, affermano gli studenti: «Abbiamo avuto la possibilità di esprimerci, senza sentirci sbagliati o giudicati».

Carla Landuzzi, direttore Fondazione Ipsser

Bologna Sette, 11 giugno 2023