UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Gaetani (Cism): tante sofferenze anche in Italia

«Le famiglie religiose sono scese in campo per difendere e valorizzare un patrimonio che è di tutti»
29 Giugno 2023

«Un documento importante», anche perché la scuola «rappresenta un terreno comune su cui dialogare tra i due Dicasteri e le nostre realtà». Padre Luigi Gaetani, presidente nazionale della Conferenza italiana dei superiori maggiori (Cism) esprime un giudizio sostanzialmente positivo sulla lettera, che «certo è rivolta a tutto il mondo, ma alcuni suoi elementi hanno ricadute anche nella nostra realtà italiana».

Padre Gaetani partiamo dalle criticità che il testo evidenzia. Quali sono, secondo lei, quelle peculiari del nostro Paese?

Parlerei di due livelli di criticità: uno ideologico e l’altro legato al riconoscimento. Quello ideologico riguarda la reale volontà di garantire un pluralismo culturale, con la presenza di scuole di diversi gestori. Assistiamo a grandi proclami della politica, che però non si concretizzano nella valorizzazione del pluralismo, che è il primo passo per un vero percorso di integrazione. Poi c’è l’aspetto del riconoscimento, che nel nostro caso è legato alla legge 62/2000, nota come la legge sulla parità scolastica. Qui non si è voluto dare piena applicazione alla legge, sotto il profilo economico mantenendo un grande divario di investimenti. Capitolo critico è anche quello dei docenti, che formiamo nelle nostre scuole, apprendono una professione e poi trovano tramite il concorso un posto di ruolo nella scuola statale. L’impressione è di creare scuole di serie A (le statali) e di serie B (le paritarie).

Altro tema sottolineato dalla lettera è il calo delle vocazioni, spesso causa di chiusura di opere delle congregazioni, scuole incluse. Come state affrontando il tema?

Un problema che stiamo affrontando almeno dagli anni 80. Ci ha guidato l’impegno di garantire, comunque, il pluralismo scolastico. E così al calo delle presenze religiose abbiamo aumentato la compartecipazione con i laici. Ovviamente questo ha comportato un aumento dei costi, alcuni dei quali “patrimonio” solo delle paritari, come Imu e Tari, per fare qualche esempio sottolineato anche allo stesso ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara in un incontro promosso un mese fa a Bari con la partecipazione anche delle scuole statali.

Da qualche anno Cism e Usmi sono scesi in campo direttamente in campo sul tema della scuola. Cosa vi ha spinto?

Le scuole con gestione Cism e Usmi sono quasi il 70% degli istituti cattolici. Come vede dovevamo fare sentire la nostra voce essendo i primi e immediati gestori di queste scuole che garantiscono un pluralismo educativo. Lo richiedeva anche la situazione che rischia di portare a una marginalizzazione delle paritarie, a scapito del diritto della libertà di scelta in campo educativo delle famiglie, e la creazione di un nuovo dualismo: statali e private, che non c’entrano nulla con le paritarie. Ecco perché è stato opportuno far sentire la nostra voce senza altra intermediazione.

La lettera invita a fare rete, a fare coro. Com’è la situazione?

Diciamo che siamo passati da una serie di singole orchestre che suonavano la propria musica al tentativo di una orchestra unica. In questo molto fa la creazione dell’Ufficio scuola dentro a Cism e Usmi, per essere coesi anche nel momento del confronto istituzionale, per esempio come quello di Bari del mese scorso. Alle congregazioni più grandi abbiamo chiesto di mettere a disposizione la propria esperienza nell’affrontare l’attuale difficile situazione. Di certo ci siamo resi conto che il problema è comune e che non lo possiamo affrontare ognuno da solo. Il nostro fare coro è partito proprio da questa consapevolezza.

Enrico Lenzi

Avvenire, 29 giugno 2023