UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Fiorenzo Facchini, prete e vero uomo di scienza

Un incontro all’Istituto “Veritatis Splendor” di Bologna nel nome dell’antropologia integrale e del dialogo tra scienza e fede
16 Maggio 2022

Incontro inusuale, quello tenutosi al Veritatis Splendor, promosso dall’Istituto per la Storia della Chiesa di Bologna e dal Museo Lercaro, con uno dei fondatori dell’Istituto; il cui senso è stato illustrato in apertura dal professor Lorenzo Paolini, attuale presidente dell’Iscbo: conoscere il senso della ricerca pluridecennale di monsignor Fiorenzo Facchini, nel quadro di una distinzione, non certo contrapposizione, fra fede e scienza. Una riflessione utile proprio anche alla ricerca degli storici. Il relatore ha esposto l’iter della propria vicenda personale e in particolare la sua attività di ricerca, quindi alcuni degli esiti che ha ritenuto di avere raggiunto; centrando la propria attenzione sull’uomo e sulle testimonianze accertate della sua azione, nella relazione fra gli individui lungo i tempi. Tempi naturalmente molto lunghi, riferendosi alla preistoria, sia pure più brevi nell’approssimarsi alle remote civiltà delle quali abbiamo più diretta conoscenza.

Nella esposizione hanno trovato posto la questione delle armonie (a cominciare dalla «sezione aurea»), la spinta alla relazione, nonché le domande inevitabili relative all’uomo: Chi è, da dove viene? Anche: i riscontri dell’arte, da quella rupestre a quella «funzionale» (ovvero presente nei manufatti).

Monsignor Facchini non ha mancato di rilevare che, dopo tanto «rifarsi alla natura», oggi si tende a distanziarsene, sostituendo, potremmo dire, la libera fantasia a ciò che la natura ci presenta. Come è stato notato in un intervento, un distanziamento inevitabile quando la ricerca non è esattamente scientifica, ma obbedisce a spinte ideologiche. Certo, noi non sappiamo quando si è presentato l’uomo come tale, con le caratteristiche che noi gli conosciamo; ma il «salto» c’è stato; indubbiamente, in questo come in altri casi, la differenza risulta evidente quando il passaggio è stato ampiamente compiuto.

Il relatore ha tenuto a sottolineare come nell insegnamento universitario abbia tenuto sempre distinta la ricerca poggiata su dati scientifici dalle proprie convinzioni; pronto, naturalmente, a rispondere su queste, ove richiesto da studenti e colleghi. «Non si può ricavare dalla scienza quello che essa non può dire ha spiegato -, cioè il significato, il perché delle cose; ciò esorbita dai suoi metodi e dalle sue competenze; ma non si può ugualmente ricavare dalla Sacra Scrittura quello che essa non vuole dire: come l’universo e la vita si siano formati, come è comparso l’uomo sulla terra. I due magisteri rappresentano ambiti diversi e seguono metodologie diverse. Hanno punti in cui si avvicinano, quasi si toccano, e può venire la suggestione di una spiegazione totalizzante in cui uno potrebbe escludere o vorrebbe provare l’altro, ma non sarebbe corretto (qualche esempio: il big bang, come prova della creazione; l’evoluzione come spiegazione totalizzante dell’uomo…)».

Gli interventi, che hanno trovato spazio nell’ultima parte dell’incontro, hanno confermato l’interesse per l’argomento e la validità dello scambio culturale, prima di tutto metodologico, indicato all’inizio.

Giampaolo Venturi

Bologna Sette, 15 maggio 2022