UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

E l’Università punta al risparmio

Preoccupati i rettori degli atenei milanesi. La sfida è ridurre i costi mantenendo i servizi
13 Ottobre 2022

«Siamo preoccupati. Siamo molto preoccupati». Al primo accenno all’attuale crisi energetica la reazione dei rettori delle principali università milanesi è pressoché unanime. «I costi sono in continua crescita, abbiamo speso al 31 agosto scorso la stessa cifra spesa per l’intero 2021, cioè 21 milioni. Per far fronte ai prossimi mesi prevediamo una spesa di almeno 10 milioni»: a fare un primo bilancio dell’anno, seppur non ancora concluso, è Elio Franzini, rettore dell’Università Statale e presidente della Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Il sentimento è comune in tutti gli atenei italiani, anche perché, se è vero che le strutture più innovative e di recente costruzione si stanno dotando di sistemi di auto-produzione, ad esempio pannelli solari, la maggior parte delle università ha sede in palazzi storici e molto vecchi, che per ragioni strutturali e ambientali non possono sostenere il peso delle nuove tecnologie. «Abbiamo installato pannelli fotovoltaici sui tetti e sotto ogni interruttore abbiamo attaccato un avviso che ricorda di spegnere la luce quando si esce dalla stanza. L’attenzione sta crescendo ma non basta. L’incremento c’è stato, eccome». Gianni Canova è rettore dell’Università Iulm, un ateneo privato ma con servizio pubblico, dove quindi tutto l’utile viene investito in servizi. Saranno proprio questi, di necessità, ad essere intaccati dai tagli che si renderanno necessari se la situazione energetica non migliorerà. La previsione dell’anno, rispetto al 2021, vede un aumento del costo dell’energia del 120% ma punto fermo dell’ateneo è non aumentare le tasse degli studenti.

Ugualmente ferma sulla decisione di non far gravare l’aumento dei costi sulle tasche degli studenti è la professoressa Lucia Visconti Parisio, membro della commissione energetica dell’Università Bicocca. «Le tasse non aumenteranno, questo è un punto fermo. Quest’anno le lezioni sono riprese a pieno regime, abbiamo avuto moltissime matricole in più a cui si deve aggiungere l’attività di ricerca e dei laboratori: l’impatto energetico si è visto ma da tre anni abbiamo istituito questa commissione per monitorare i consumi energetici e progettare un futuro sostenibile». La previsione dell’università è quella di arrivare in qualche anno ad un totale auto-sostentamento energetico, con un consumo minimo di fonti fossili. «A livello di budget - continua la professoressa - per l’anno prossimo abbiamo stimato una spesa di 6 milioni in più rispetto ai 10 di quest’anno: se non succederanno altri fatti di grave portata il nostro budget è in equilibrio e non saremo costretti a tagliare nessuna iniziativa».

«Edilizia, reclutamento e ricerca saranno i settori che verranno sacrificati. Spero che per l’anno prossimo ci sia un piano d’azione a livello nazionale»: insieme alla preoccupazione per un esecutivo che ancora non è stato costituito, Elio Franzini manifesta anche un’altra perplessità: «Portiamo avanti una politica di sensibilizzazione di personale e studenti, entro il prossimo fine settimana invieremo a tutti un’altra comunicazione per far sapere che accenderemo i riscaldamenti più tardi e con una temperatura inferiore, invitando ciascuno nel proprio piccolo a fare la sua parte, partendo dallo spegnere la luce quando non serve più. Certo, il contributo che ne deriva è più simbolico che altro: a consumare sono i macchinari che devono essere sempre tenuti in funzione, non tanto le luci». Di sensibilizzazione si parla anche all’Università Bocconi: luci automatiche a timer, monitor spenti quando non servono e altri automatismi vanno ad aggiungersi ad una politica di efficientamento energetico e auto-produzione già in atto. «Il nuovo campus è dotato di pannelli solari e solo nei primi sette mesi del 2022 abbiamo risparmiato mezzo milione di euro e 750 tonnellate di anidride carbonica: un impatto non solo economico ma anche di sostenibilità» commenta Riccardo Taranto, consigliere delegato dell’ateneo. L’università, con i suoi 250mila metri quadri di immobili, ha visto il costo dell’energia duplicarsi rispetto all’anno scorso e triplicarsi rispetto al 2019: «Stiamo cercando delle soluzioni ma siamo anche attenti a tenere alta la qualità: siamo un’università indipendente e l’equilibrio costi-ricavi va mantenuto».

Prevede un aumento in bolletta di tre o quattro volte anche l’Università Cattolica, che già da anni sta studiando significative misure di risparmio. Da un decennio sta infatti sostituendo gli infissi tradizionali con quelli a doppio vetro a bassa trasmittanza termica; inoltre con l’aggiunta di luci led e impianti di spegnimento automatico il risparmio stimato in cinque anni è stato di 600 kilowattora. E sull’ipotesi fondi ministeriali? Tutti si dimostrano scettici ma la presa di posizione più forte arriva da Canova: «Fondi pubblici significano altro debito che peserà sulle generazioni future: se possiamo pagare da soli le bollette è meglio».

Rachele Callegari

Avvenire, 13 ottobre 2022