I presbiteri insegnanti di religione cattolica hanno condiviso un’opportunità di confronto e condivisione. A riunirli è stato il vescovo Gerardo Antonazzo, il 7 luglio scorso, nei locali parrocchiali di Rosanisco, una piccola comunità immersa nella Valcomino, a metà strada, approssimativamente, fra Sora e Cassino. Da alcuni anni è in progressivo aumento il numero dei sacerdoti che esplicano incarichi di docenza presso gli Istituti scolastici della diocesi, i quali, con la loro presenza nella scuola pubblica, permettono, pur nel doveroso e prudente rispetto delle responsabilità e degli obblighi previsti dalla normativa ministeriale, la realizzazione di un apostolato della Chiesa “in uscita”.
Il territorio diocesano, benché ricco di comunità parrocchiali partecipi, partecipate e intrise di religiosità e sensibilità molto forti verso la proposta pastorale del clero, non è esente dai pericoli della secolarizzazione, che inevitabilmente incombe sulle nuove generazioni, come se la religione non esistesse più. In un ambiente laico o addirittura laicista la presenza del sacerdote può essere di aiuto per quanto riguarda l’esame e la risoluzione dei problemi educativi e formativi in un’ottica cristiana che sia aliena da discriminazioni e premurosa nel sottolineare particolari situazioni di disagio.
Gli insegnanti di religione dovranno essere professionalmente qualificati e testimoni credibili di un impegno educativo autentico, pronti a cogliere gli interrogativi più sinceri di ogni alunno e ad accompagnare ciascuno nel suo personale percorso di crescita. Anche l’ascolto sinodale diocesano, che dalle scuole ha ricevuto un’inaspettata sollecitazione, ha rilevato tali esigenze.
Lazio Sette, 9 luglio 2023
