Sconfiggere i pregiudizi «anche con una miglior comunicazione». Ma soprattutto far capire che occorre «investire realmente sulla famiglia e sull’educazione » e sostenere anche la scuola cattolica paritaria «secondo il principio della sussidiarietà». Il direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Conferenza episcopale italiana, Ernesto Diaco invita la società italiana a «stringere un’alleanza » con la scuola, paritaria inclusa. Lo fa in un’intervista la mensile Docete, rivista della Federazione istituti di attività educative (Fidae), che riunisce le scuole cattoliche dalla primaria alla secondaria superiore.
E proprio di pregiudizio parla il direttore Diaco, quando ricorda che resiste il pen- siero per il quale «le scuole paritarie, in quanto gestite da privati, sarebbero scuole d’elite, per i figli della borghesia, in cui avverrebbe un indottrinamento politico e religioso. L’infondatezza di tali accuse – replica con forza il responsabile dell’Ufficio Cei – è sotto gli occhi di tutti, eppure questo modo di ragionare è ancora diffuso ». Non solo. Risultato «di questo approccio – avverte ancora Diaco –, tra l’altro è che, limitando l’erogazione delle risorse pubbliche alle scuole pubbliche paritarie, davvero si finisce per privilegiare chi è più abbiente e può permettersi di pagare una retta, penalizzante per chi appartiene a fasce economiche meno elevate ». Un paradosso, che lascia l’amaro in bocca in primo luogo alle scuole paritarie cattoliche, che spesso hanno nella loro lunga vita rappresentato l’unico luogo di istruzione per le fasce più basse della popolazione, che allora non veniva istruita da parte dello Stato. Dunque ben lontano da quel pregiudizio di «scuola dei ricchi», che invece rischiano di diventare, come sottolinea Diaco nell’intervista al mensile della FIdae.
«L’educazione morale è certamente al centro della proposta educativa delle scuole paritarie cattoliche – spiega ancora il direttore dell’Ufficio Cei –, ma non è una loro esclusiva. Si tratta di un compito che appartiene alla scuola in quanto tale, anche quella statale». E aggiunge: «Sbaglierebbe chi pensasse che i cattolici si preoccupano solo delle loro scuole, dando così automaticamente un giudizio negativo su quelle statali. Al mondo ecclesiale – ribadisce con forza Diaco – sta a cuore la scuola nella sua interezza, come dimostrano i numerosi docenti cattolici nelle scuole statali, l’associazionismo professionale di ispirazione cattolico, la presenza dei genitori e degli studenti negli organi collegiali». Un’attenzione mai venuta meno nel corso del tempo, come dimostra anche la partecipazione delle associazioni cattoliche di studenti, docenti, genitori, dirigenti e personale tecnico-amministrativo a tutti i processi di riforma che in questi ultimi decenni hanno coinvolto il mondo scolastico. E in questo cammino è sempre stato offerto anche il contributo della scuola paritaria, che ora «con il documento dal titolo 'Autonomia, parità e libertà di scelta educativa', ha raggiunto l’obiettivo prefissato di un documento comune e condiviso ». Ora si punterà a offrire anche una raccolta e la divulgazione di buone pratiche ed esperienze che hanno saputo trasformare la crisi in opportunità», facendo «leva sulle proprie risorse, sull’alleanza con il territorio, con le famiglie e con le comunità ecclesiali».
Enrico Lenzi
Avvenire, 24 giugno 2017