UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Delpini: investire forze e idee nella scuola

L’invito del presule: «Mettiamo mano all’impresa di aggiustare quello che deve servire agli studenti e al futuro del Paese»
3 Ottobre 2020

«La scuola pubblica è un servizio necessario per il futuro del Paese. Ma soffre di mali cronici che in un momento come questo rivelano tutta la loro drammaticità». E questo vale per «la scuola pubblica statale », col suo «carrozzone» che «si riesce a fatica a gestire». Ma anche per «la scuola pubblica paritaria», che «offre un servizio pubblico che non viene riconosciuto come merita e perciò soffre di una cronica mancanza di risorse». Ora parte un nuovo anno scolastico: con tutte le fatiche, le incertezze, le paure di questo tempo segnato dalla pandemia. Ma parte con «la fiduciosa capacità di investire forze e pensieri» che docenti e dirigenti della scuola, assieme ai responsabili delle istituzioni competenti, recano in dote per «mettere mano all’impresa di aggiustare quello che deve servire a questi giovani studenti e al futuro del Paese». Lo ha detto l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, al termine della Messa celebrata ieri pomeriggio in Duomo per l’avvio delle lezioni.

«Siamo all’inizio di un anno difficile ma non sciagurato» e «siamo qui, oggi, perché siamo convinti» che «questo è comunque un tempo benedetto », aveva sottolineato nel suo saluto don Fabio Landi, responsabile del Servizio diocesano per la Pastorale scolastica, fra i concelebranti assieme al vescovo ausiliare di Milano Paolo Martinelli, vicario per la Pastorale scolastica, e al vicario per la Zona pastorale I, monsignor Carlo Azzimonti. Ed è una parola di benedizione quella che Delpini ha offerto – nell’omelia come nel saluto conclusivo – agli insegnanti e ai presidi presenti in Cattedrale assieme ai responsabili delle associazioni delle scuole, dei docenti e dei genitori, ai dirigenti degli Uffici scolastici territoriali di Varese, Giuseppe Carcano, e di Milano, Marco Bussetti (a rappresentare anche Augusta Celada, dirigente dell’Ufficio scolastico per la Lombardia) e all’assessora all’Educazione del Comune di Milano, Laura Galimberti.

Una parola rivolta a tutto il mondo della scuola. Per ricordarne, certo, i «mali cronici». Che per la scuola statale hanno il nome e il volto «dei problemi organizzativi, di un carrozzone che si riesce a fatica a gestire, ordinare, organizzare in tempo, per fornire gli insegnanti, per adeguare le strutture, mali cronici che in questi tempi si rivelano ancora di più motivo di affanno, lungaggini, fatiche», ha affermato l’arcivescovo. E «la scuola pubblica paritaria»? Nonostante si possa presentarla «come un modello di organizzazione, di economia, di custodia, cura e adeguamento delle strutture», il «servizio pubblico» che offre «non viene riconosciuto come merita, e perciò soffre di una cronica mancanza di risorse, cui spesso in modo significativo la comunità cristiana contribuisce ». Si pensi – è il caso più recente – ai 2 milioni di euro, provenienti dall’otto per mille per l’emergenza Covid-19, destinati dalla diocesi di Milano ad un bando per aiutare le famiglie a pagare le rette per i figli iscritti alle scuole d’infanzia cattoliche. «Questa mancanza o scarsità di risorse minaccia la vita stessa di alcuni istituti – ha denunciato il presule –. E alcuni hanno già chiuso, per questo male cronico che non si riesce a guarire».

Nella sfida costituita da questi mali cronici, «voi siete cittadini animati dal desiderio di incominciare l’anno con quella fiduciosa capacità di investire forze e pensieri» utili al rinnovamento di un servizio tanto «necessario per il futuro del Paese», ha insistito l’arcivescovo nel saluto finale. «Anch’io in epoche lontane, sono stato insegnante – ha aggiunto –. Forse un insegnante mediocre, però certamente entusiasta. E mi piaceva, l’inizio dell’anno scolastico, come un momento propizio per sperare, per conoscere, per programmare cose interessanti. Io non ho niente da insegnare ma invoco per tutti voi la benedizione del Signore – ha concluso – perché pure in questi momenti un po’ preoccupanti ci sia quell’entusiasmo degli inizi che confida nella benedizione di Dio, che ha stima di sé e che mette mano all’impresa di aggiustare quello che deve servire a questi giovani studenti e al futuro del Paese». Ad aprire la via a queste parole, l’omelia (in www.chiesadimilano.it il testo integrale). Per incoraggiare i docenti e tutto il personale, nelle gravi difficoltà di questa fase, a scoprire come la «gioia» del loro servizio stia nella «persuasione » di «lavorare per ciò che rende umani i ragazzi e le ragazze loro affidati». E il loro premio sia «la gioia» di «aprire una strada di libertà e saggezza alla generazione che viene».

Lorenzo Rosoli

Avvenire Milano, 2 ottobre 2020

Per approfondire: https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/scuola-pubblica-paritaria-necessaria-per-il-paese-ma-non-riconosciuta-333947.html