UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Credete veramente nella scuola di don Milani?”

Un incontro promosso nella Diocesi di Vicenza in occasione del centenario della nascita del priore di Barbiana
29 Ottobre 2023

Il 19 ottobre 2023, un giovedì pomeriggio, si è svolto un incontro presso l’istituto superiore Luigi Einaudi di Bassano in provincia di Vicenza, per il mondo della scuola. I relatori dell’evento la Dirigente Scolastica Laura Biancato e il pedagogista Nicola Muraro hanno guidato i presenti dentro al mondo di Barbiana, dentro la scuola di don Lorenzo Milani, una scuola di anni passati e lontani, che però ci è sembrata inaspettatamente vicina.

Alla presenza del vescovo di Vicenza mons. Giuliano Brugnotto e del direttore dell’ufficio scuola e dell’insegnamento della religione cattolica don Marco Benazzato, l’evento si è presentato fin da subito ricco di spunti di riflessione sin dalle prime battute, con la testimonianza di alcuni alunni dell’istituto Garbin e del liceo Martini di Schio. I ragazzi presentando la loro esperienza e le loro emozioni nel visitare i luoghi di Barbiana dove la vita scolastica e personale di don Lorenzo Milani si è svolta, hanno sottolineato il forte impatto che quei luoghi hanno impresso loro, insieme alla testimonianza diretta di un ex allievo di don Lorenzo.

Ma inaspettatamente un alunna del Martini nel lasciare la parole ai relatori lancia un domanda a dir poco provocatoria nei confronti del mondo della scuola: se crediamo realmente alla prospettiva di don Milani, dove le allora classi più povere, secondo lui, dovevano avere diritto a un’istruzione pari a quella delle classi più elevate, in modo che il povero sia elevato egli stesso a una condizione di cittadino più consapevole dei propri diritti e doveri, superando le proprie gabbie emotive e sociali, perché ad oggi i licei hanno generalmente un corpo docente stabilizzato e non precario, mentre i professionali solitamente patiscono l’altalenante via vai dei supplenti?

Una domanda spiazzante, alla quale il mondo della scuola si trova tuttora impreparato a rispondere, forse perché nasconde in essa problematiche non solo scolastiche, ma anche sociali, che toccano ancora nel 2023 temi come la povertà educativa.

Il moderatore dell’incontro il prof. Refosco Matteo cogliendo questa provocazione dà il via al dialogo fra i due relatori e la stessa assemblea, attraverso domande e interrelazioni fra i partecipanti. I punti significativi che sono emersi fanno luce su questioni che sono a dir poco attualissime, il sistema di valutazione, il patto educativo e la scuola intesa come ambiente educante.  Il primo punto è strettamente legato al terzo, ossia una scuola senza voti è possibile? La risposta è sì, ma deve essere una scuola progettata appunto come ambiente educante, una scuola accogliente che dà spazi a quei ragazzi, che forse spazi a casa non ne hanno, una scuola che non chiude le porte al termine delle lezioni, ma che accompagna i propri alunni nel corso di tutta la loro giornata, dove oltre alle lezioni vivono esperienze, legami e responsabilità condivise. Su queste ultime parole mi soffermo per parlare del patto educativo, di cui si è discusso, la responsabilità deve essere condivisa con le famiglie, che collaborano con la scuola a costruire e dare vita un ambiente scolastico che è anche educativo per le future nuove generazioni.

Don Lorenzo Milani, figura eccezionale della Chiesa Cattolica eccezionale proprio perché ha costruito da solo a Barbiana un ambiente appunto educante con i suoi amatissimi ragazzi che oggi settantenni ancora lo piangono nel ricordare cosa ha fatto per loro, ci ha lasciato un’eredità, una scia che però va seguita assieme, assieme al proprio dirigente, ai propri colleghi di scuola, ai propri allievi e alle famiglie di cui loro fanno parte.

Queste ultime considerazioni fanno trarre delle conclusioni che sono forse il cuore di questo incontro di formazione: si dice per educare un bambino ci vuole un villaggio, questo detto ci dà una chiave di lettura di quest’incontro che forse può rispondere alla iniziale domanda provocatoria della nostra studentessa, da soli oggi come nel passato, non si costruisce, non si progetta, ci si deve sentire parte di un’intera intenzione educativa e per fare questo, a volte, bisogna mettere da parte le proprie esigenze ed ambizioni personali per dare spazio al mondo dell’altro, credendo nei fatti, e non solo a parole a quel I CARE.