La vocazione educativa di papa Francesco è universalmente riconosciuta, come dimostrato dal suo discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede dell’8 gennaio 2024, in cui ha affermato che «La via della pace passa per l’educazione, che rappresenta il principale investimento per il futuro e le giovani generazioni». Queste parole risuonano particolarmente significative per noi dell’Associazione genitori scuole cattoliche, in quanto ci riportano alla memoria dell’udienza con le famiglie in occasione del 40º anniversario dell’Associazione, avvenuta il 5 dicembre 2015. È importante richiamare le parole del Santo Padre per mantenere vivo il mandato che ci ha affidato.
Cari fratelli e sorelle, (...) siete qui non solo per confermarvi nel vostro cammino di fede, ma anche per esprimere la verità dell’impegno che vi contraddistingue: quello, liberamente assunto, di essere educatori secondo il cuore di Dio e della Chiesa. (...) La vostra Associazione si pone al servizio della scuola e della famiglia, contribuendo al delicato compito di gettare ponti tra scuola e territorio, tra scuola e famiglia, tra scuola e istituzioni civili. Ripristinare il patto educativo, perché il patto educativo si è rovinato, perché il patto educativo è rotto!, e dobbiamo ripristinarlo. Gettare ponti: non c’è sfida più nobile! (...) Come genitori, siete depositari del dovere e del diritto primario e irrinunciabile di educare i figli, aiutando in tal senso in maniera positiva e costante il compito della scuola. Spetta a voi il diritto di richiedere un’educazione conveniente per i vostri figli, un’educazione integrale e aperta ai più autentici valori umani e cristiani. Compete anche a voi, però, far sì che la scuola sia all’altezza del compito educativo che le è affidato, in particolare quando l’educazione che propone si esprime come “cattolica”. (...) E allora dobbiamo domandarci: quali sono i requisiti per cui una scuola possa dirsi veramente cattolica? (...) Sappiamo che la scuola cattolica deve trasmettere una cultura integrale, non ideologica. Ma che cosa significa questo concretamente? O ancora, siamo convinti che la scuola cattolica è chiamata a favorire l’armonia delle diversità. Come si può attuare questo in concreto? È una sfida tutt’altro che facile. Grazie a Dio ci sono, in Italia e nel mondo, tante esperienze positive che si possono conoscere e condividere. (...) Non vi sfugga mai l’esigenza di costruire una comunità educante in cui, insieme ai docenti, ai vari operatori e agli studenti, voi genitori possiate essere protagonisti del processo educativo. Non siate fuori dal mondo, ma vivi, come il lievito nella pasta. L’invito che vi rivolgo è semplice ma audace: sappiate fare la differenza con la qualità formativa. Sappiate trovare modi e vie per non passare inosservati dietro le quinte della società e della cultura. Non destando clamori, non con progetti farciti di retorica. Sappiate distinguervi per la vostra costante attenzione alla persona, in modo speciale agli ultimi, a chi è scartato, rifiutato, dimenticato. Sappiate farvi notare non per la “facciata”, ma per una coerenza educativa radicata nella visione cristiana dell’uomo e della società. In un momento in cui la crisi economica si fa sentire pesantemente anche sulle scuole paritarie, molte delle quali sono costrette a chiudere, la tentazione dei “numeri” si affaccia con più insistenza, e con essa quella dello scoraggiamento. Ma nonostante tutto vi ripeto: la differenza si fa con la qualità della vostra presenza, e non con la quantità di risorse che si è in grado di mettere in campo. La qualità della vostra presenza, lì, per fare ponti (...)».
Ci sentiamo, pertanto, chiamati a rinnovare il nostro impegno con ancor maggiore determinazione, ricordando ciò che promettemmo al Santo Padre in quell’occasione: «Ci impegniamo con ancora più vigore a dedicare il nostro tempo per animare, stimolare e coinvolgere gli altri genitori nella vita della scuola, affrontando insieme le sfide educative, culturali e sociali del nostro tempo. In tempi così complessi e incerti, crediamo che questa missione sia più cruciale che mai. Siamo consapevoli delle difficoltà, ma anche delle grandi opportunità che si presentano per diffondere quell’umanesimo cristiano che, radicato in una solida identità, cerca il dialogo e l’incontro tra credenti e non credenti».
Avvenire, 22 marzo 2024