UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Chi parte con il Treno della Memoria

Oltre 6mila giovani e adulti si sono preparati in questi mesi al pellegrinaggio laico nei campi di sterminio
20 Gennaio 2024

«Dalla stessa parte» è lo slogan scelto per la 19esima edizione del Treno della Memoria, promosso dall’omonima associazione: oltre 6mila giovani e adulti da tutta Italia hanno iniziato da mesi il percorso formativo con incontri dal vivo e online, accompagnati dai volontari, e si sono messi già in cammino. Un autentico pellegrinaggio laico per visitare i campi di sterminio ad Aushwitz e Birkenau, con tappe a Berlino e Cracovia, «per provare a mantenere la luce accesa sulla memoria. In tempi carichi di violenza, conflitti, terrorismi e guerre è fondamentale riprendere la lezione della Storia, quella che ci fa tenere lontane le nostalgie e i revisionismi, quella che ci ricorda che la stella polare del nostro agire sono i diritti umani», sottolinea Paolo Paticchio, presidente dell’associazione nazionale impegnata nel sostegno ai percorsi di cittadinanza attiva e nella difesa della dignità e dei diritti delle persone.

Dal 2005 a oggi l’iniziativa ha reso possibile questo itinerario per quasi 70mila studentesse e studenti da tutta Italia, grazie al supporto di Terra del Fuoco Mediterranea, Babel e Terra del Fuoco Trentino (nata da un gruppo di educatori e partecipanti al Treno un decennio fa), soci fondatori del Treno della Memoria. Quest’anno sono in programma dieci partenze fino al 6 marzo, la prima in corso dall’11 gennaio fino a ieri. Le regioni da cui provengono i partecipanti? Dalla Puglia al Piemonte, dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, dalla Lombardia alla Calabria, dall’Umbria alla Campania, dal Lazio alla Liguria e alla Toscana. Non si tratta di «un semplice viaggio o di una gita scolastica, ma di un percorso di conoscenza nella storia e nella memoria riassumibile in tre parole chiave: storia, memoria e impegno. Il progetto, che coniuga attività artistiche, testimonianze dirette della storia, incontri e laboratori, nasce dalla convinzione che la costruzione di una cittadinanza attiva e consapevole non possa prescindere dalla conoscenza della storia e della memoria dei momenti che hanno cambiato il volto dell’Europa e dall’ascolto delle Testimonianze dei protagonisti di questi cambiamenti», spiega Paticchio.

Quest’anno il progetto si è arricchito della collaborazione con l’enciclopedia Treccani, grazie a un protocollo d’intesa sottoscritto con il direttore Massimo Bray alla presenza della senatrice Liliana Segre, ed Edulia, organizzazione con cui sono stati realizzati percorsi formativi per i volontari dell’associazione, che ha prodotto un ciclo di podcast con le storie di donne e uomini vittime della violenza nazifascista, a breve disponibili gratuitamente sui principali canali di podcasting. «Crediamo che la memoria della Shoah sia ancora oggi un argine contro i razzismi, le guerre, l’antisemitismo e la violazione dei diritti umani. Dopo il tragico ventennio nero, la storia si è saputo costruire un pensiero che si è poi concretizzato nella Dichiarazione dei diritti umani e la nostra Carta Costituzionale. Da questa lezione abbiamo ancora tanto da imparare e ancor di più da “praticare”: gli avvenimenti di stringente attualità ce lo ricordano costantemente», puntualizza il presidente del Treno della Memoria. Che può essere «un faro sul buio del passato e su quanto di più brutto accade ancora oggi nel nostro tempo. Non c’è dubbio che i fatti avvenuti nei campi di concentramento e di sterminio, massima e più terribile espressione dell’odio e della discriminazione, rappresentino in questo senso uno snodo storico fondamentale che è indispensabile non dimenticare».

Laura Badaracchi

Avvenire, 18 gennaio 2024