UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Card. Zuppi: Alleanza educativa su un bene primario

Tra il mondo della comunicazione e le famiglie serve una circolarità educativa che si allarghi a scuole, parrocchie, associazioni e raggiunga i ragazzi
9 Novembre 2022

Quale orizzonte ha in questo momento il giornalismo, non solo cattolico? Quale strada decide di percorrere mentre ci si ritrova a fare i conti con la pandemia e la guerra, due “fenomeni” che sembravano consegnati al passato e che, al contrario, continuano a caratterizzare il nostro tempo? In quale modo il pianeta-informazione intende affrontare le sfide poste dalla comunicazione digitale e dai social? Quali le contromosse possibili rispetto ai pericoli derivanti da una crescente “disinformazione”?

Potremmo pensare che questa fase della storia porti con sé, pur nella sua complessità, nuove opportunità, come accade in ogni tempo di crisi, per consentire di rialzarsi e riprendere vigore. Ma per cogliere tali occasioni occorrono coscienza del momento, pensiero creativo, determinazione, forse linguaggi e strumenti rinnovati. Per diventare migliori di prima, molti – ad esempio – invocano un’alleanza generazionale in cui i più giovani siano portatori di intuito, freschezza, competenza rinnovata, e i più “grandi” siano capaci di offrire la loro saggezza, la loro esperienza e il discernimento. Questa può essere una via d’uscita.

Altri ancora ipotizzano invece un’alleanza fra categorie e strati sociali: tra giornalisti e opinione pubblica; o tra i pochi “ricchi” e i tanti “poveri” (sempre in aumento), nella consapevo-lezza, come ci ricorda papa Francesco, che chi ha di più non è chiamato a dare il superfluo, ma qualcosa di essenziale, affinché sia un vero dono. Come si rapportano queste considerazioni di carattere generale alla comunicazione e all’informazione?

Il legame è dato dal fatto che il tema è soprattutto educativo, oltre che professionale. Un’alleanza fra giornalisti e opinione pubblica si costruisce chiamando in causa le famiglie, ingaggiando quella circolarità educativa che permette – attraverso i genitori, così pure le scuole, le parrocchie, l’associazionismo...– di raggiungere i ragazzi e, viceversa, di arrivare ai genitori grazie ai ragazzi. La comunicazione è l’essenza della relazione, l’informazione è un bene primario. Occorre curarle entrambe, con grande attenzione e preparazione. Saper comunicare con efficacia ci migliora come persone, saper informare e avere uno spirito critico rafforza il tessuto della nostra democrazia. Non si tratta di aspetti banali: c’è in gioco il nostro futuro.

L’informazione è tra i settori della vita sociale che stanno subendo le più rapide e profonde trasformazioni. I giornalisti di recente hanno visto cambiare il loro lavoro con l’avvento di Internet e sollecitati dall’avvento dei “media sociali”. Giornali, televisione e radio conservano, in genere, l’autorevolezza di un’informazione curata da una redazione di professionisti. Eppure moltissime persone oggi non accedono, per scelta, a quotidiani, periodici, tg o radiogiornali, preferendo scorrere le notizie sullo smartphone. È un dato di fatto, benché sappiamo che non di rado le notizie proposte sui social non sono verificate, le fonti sono celate o addirittura dubbie. I social rappresentano le moderne “piazze” in cui prevale l’affermazione esclamativa rispetto al confronto argomentato. Questa è la realtà, la quale sollecita ulteriormente una diffusa e urgente responsabilità educativa e che, d’altra parte, richiede ai professionisti della notizia (e alle aziende editoriali) un di più di serietà, obiettività, equilibrio. Qui si gioca il domani dell’informazione.

Per queste ragioni, apprezzo molto il percorso avviato dall’Ucsi, nella comunità ecclesiale, ma non solo, con tanti protagonisti del nostro mondo della comunicazione e dell’informazione. Uno stimolo importante verso un cambiamento che non è più accessorio ma determinante per costruire il nostro futuro, di donne e uomini uniti in un progetto di crescita culturale e sociale matura e responsabile.

Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei

Avvenire, 8 novembre 2022