Ne è vittima uno studente su due, soprattutto tra gli 11 e i 17 anni e ad essere prese di mira sono soprattutto le ragazze (20,9%), rispetto ai maschi (18,8%). Nel 9,1% dei casi gli atti di prepotenza si ripetono con cadenza settimanale, in modo particolare nelle scuole del Nord, dove la media raggiunge il 23% e supera il 57% se si considerano anche le azioni avvenute sporadicamente.
È la preoccupante fotografia del bullismo in Italia, secondo l’ultimo rapporto Istat. Un fenomeno che è stato rimesso in primo piano, nell’agenda politica, dallo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’inaugurazione del nuovo anno scolastico. «Il genitore-bullo non è meno distruttivo dello studente-bullo – ha ammonito il Capo dello Stato, inaugurando lunedì il nuovo anno scolastico – il cui rifiuto cresce sempre di più nell’animo degli studenti, a scuola e nel web». Sulla necessità di prevenire un fenomeno che sta minando l’alleanza educativa tra scuola e famiglia, concordano i promotori della prima prassi di contrasto al bullismo, prodotta dal tavolo di lavoro voluto da Accredia, l’Ente unico nazionale di accreditamento, con il coinvolgimento di Uni, l’Ente italiano di normazione, della Fidae, la Federazione delle scuole cattoliche, dell’Isre, l’Istituto internazionale salesiano di ricerca educativa e del Moige, il Movimento italiano genitori.
In sintesi, la prassi “Prevenzione e contrasto del bullismo” prevede che le scuole che intendono certificarsi “bulli free”, adottino il decalogo della prevenzione, che prevede, tra le altre azioni, la nomina di una specifica Commissione, la redazione di un regolamento e l’elaborazione di un piano di vigilanza. «Questa del contrasto al bullismo – ricorda la presidente della Fidae, Virginia Kaladich – è una grossa sfida per le scuole, che non possono essere lasciate sole, ma devono avere il supporto delle famiglie. Ai giovani dobbiamo proporre esempi di adulti significativi per la loro vita, che li aiutino ad esercitare una libertà consapevole. Anche sul web».
Le attese delle famiglie per la messa in pratica della prassi antibullismo, che potrebbe rappresentare un vero e proprio valore aggiunto per le scuole certificate, sono rappresentate dal direttore generale del Moige, Antonio Affinita. «Le famiglie – ricorda – tengono in grande considerazione le attività delle scuole sul versante della prevenzione di un fenomeno che preoccupa in maniera crescente i genitori. Accreditarsi sarà per le scuole un elemento di valore e un’opportunità. Il contrasto a violenza e sopraffazione non può e non deve essere lasciato al volontarismo di dirigenti e insegnanti, ma deve diventare un’azione di sistema. Un lavoro di squadra tra scuola e famiglia».
Paolo Ferrario
Avvenire, 19 settembre 2018