Insieme, protagonisti della propria città, per costruire un futuro libero dalle dipendenze. Questa la strategia e gli obiettivi del progetto gratuito «Giovani Protagonisti », promosso per nove classi terze e quarte degli istituti superiori bolognesi dall’Ufficio di Pastorale Scolastica e dal Tavolo sulle dipendenze diocesani. Ampia la collaborazione con numerosi enti del terzo settore: Ceis Arte Cooperativa Sociale Onlus, Comunità Papa Giovanni XXIII, Cooperativa Sociale Open Group e Ipsser.
«Partiamo da cosa vivono i ragazzi oggi - esorta don Massimo Ruggiano, Vicario episcopale per la Carità - e rendiamoli protagonisti, non semplici utenti dei nostri progetti. Facciamo in modo che siano loro a parlare di sé e che alla fine di questo percorso comunichino alla cittadinanza e alla Chiesa qual è il loro punto di vista e cosa hanno da dirci. Facciamo vedere il tesoro che portano dentro, in modo che si sentano protagonisti attivi sia della loro vita, che anche nella società». «Il Tavolo delle dipendenze - racconta Teresa Marzocchi del tavolo sulle dipendenze - è nato per il desiderio dell’Arcivescovo di orientare l’attività della Diocesi in ambito di prevenzione all’uso di sostanze. Il Tavolo riflette su cosa può fare la Chiesa in questo settore, si confronta con le istituzioni pubbliche e private, quindi lavora sui giovanissimi non con una prevenzione professionalizzata, ma con una promozione della partecipazione, del civismo e del protagonismo giovanile». Coinvolgere gli adolescenti in prima persona: nel corso delle 15 ore del progetto, in orario curricolare e insieme agli insegnanti delle classi, due tutor specializzati accompagnano gli studenti a ideare e concretizzare un’iniziativa per il proprio territorio, all’interno di tre cornici tematiche: sostenibilità ambientale, cultura digitale, rapporto con la diversità. Che si intrecciano a tre macro aree da sviluppare: bene comune, socialità, comunità territoriale. Temi che appaiono quanto mai urgenti. La crisi pandemica, infatti, porta con sé lunghi strascichi. A risentirne sono soprattutto le nuove generazioni, spesso coinvolte in fenomeni come il ritiro sociale, la dispersione scolastica, le dipendenze e gli episodi di violenza. Bloccati in un eterno presente, gli adolescenti rischiano di non scorgere vie d’uscita: immaginare un futuro desiderabile sembra impossibile. È per questo motivo che la creazione di contesti che rinnovino la possibilità di essere protagonisti attivi nel proprio territorio rappresenta una sfida urgente per l’intera società. Senza offrire risposte preconfezionate, ma mobilitando le energie dei giovani.
All’iniziativa hanno aderito classi di diverse scuole superiori del bolognese: gli istituti Belluzzi-Fioravanti, Majorana, Salvemini, il liceo Leonardo Da Vinci e le Scuole Manzoni. Ma l’obiettivo è allargare gli orizzonti e rendere continuativo il progetto: «Stiamo avviando un contatto anche con il carcere minorile» spiega Silvia Cocchi, responsabile dell’Ufficio scuola dell’Arcidiocesi «e abbiamo trovato anche il patrocinio dell’Ufficio scolastico provinciale, per continuare questa sperimentazione anche i prossimi anni. Chi desidera può già fare richiesta per settembre: questo progetto gratuito vuole essere davvero un sostegno, da parte della Chiesa, anche al mondo della scuola e dei nostri giovani». Martedì 9 maggio, all’Istituto Belluzzi- Fioravanti, il momento di restituzione del progetto: alla presenza dell’arcivescovo Zuppi, saranno presentati i dati raccolti dal monitoraggio e l’esito dei feedback degli studenti.
Margherita Mongiovì
Bologna sette, 5 marzo 2023