Il Papa consegna alla Lumsa, Libera Università Maria Santissima Assunta, un duplice compito per i suoi 80 anni. Da un lato, dice in sostanza il Pontefice, avete "una responsabilità culturale e direi missionaria davanti al mondo", un "impegno non solo formativo, ma educativo", da svolgere secondo una direttrice che comprende "Verità, libertà, bene". Perciò Francesco auspica che l'Università fondata otto decenni fa dalla venerabile Luigia Tincani, "sappia offrire una formazione in cui, trasversalmente al sapere curriculare, ci sia spazio per la formazione integrale della persona". Dall'altro il Papa raccomanda attenzione agli ultimi, aprendo "le sedi – a Palermo, a Taranto, e a Roma – alle antiche e nuove povertà". IL TESTO INTEGRALE
Le sottolineature sono contenute nel discorso rivolto dal Pontefice a docenti e studenti dell'Ateneo, che ha la sua sede a due passi da Piazza San Pietro, durante l'udienza nell'Aula Paolo VI, proprio in occasione dell'anniversario tondo di formazione. "Siete convenuti oggi per festeggiare insieme un traguardo significativo, possiamo dire un traguardo di maturità nello sviluppo dell’Ateneo", sottolinea infatti già in apertura il Papa, dopo il saluto del rettore magnifico, Francesco Bonini, presente anche il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Consiglio di amministrazione. Francesco poi evoca le notazioni sull'ambiente universitario di due santi: Paolo VI e il cardinale Newman. "Il termine stesso “università” - ricorda infatti il vescovo di Roma - designa una comunità, ma anche un’idea di convergenza di saperi, in una ricerca che fornisca verità e senso al dialogo tra tutti gli uomini e le donne del mondo".
Secondo papa Bergoglio, la qualifica di cattolica, per una Università, non è "una distinzione, ma semmai un surplus di esemplarità". Per questo, citando il discorso tenuto nel 2017 a Roma Tre il Pontefice ricorda anche alla Lumsa: "Dovete impegnarvi, anche come università, in progetti di condivisione e di servizio agli ultimi, per far crescere nella nostra città di Roma il senso di appartenenza ad una 'patria comune'. Lavorando con progetti, anche piccoli, che favoriscono l’incontro e la solidarietà, si recupera insieme un senso di fiducia nella vita".
Perciò, Francesco sottolinea "l’esigenza di rinnovare l’assunzione di responsabilità di fronte agli impegni che qualificano l’istituzione universitaria in questa epoca in cui si accelerano i processi comunicativi, tecnologici e di interconnessione globale". Anzitutto, afferma il Papa "una responsabilità di coerenza, ovvero di fedeltà e di comunità". La comunità universitaria, infatti " lavora sempre per il futuro, ma lo fa con una forte consapevolezza delle radici e una realistica percezione del presente. Per questo, guardo con fiducia alle nuove generazioni che si formano in Università. Protagonisti consapevoli di quel cambiamento che nasce dalla visione e dalla coerenza, a partire da una prospettiva comunitaria: in questo senso la qualità e lo stile delle relazioni che vivete nell’università è fondamentale".
La conseguente "responsabilità culturale e direi missionaria davanti al mondo", auspicata dal Papa, trova quindi conferma nella "responsabilità sociale dell’Università". Attivare circuiti virtuosi di sviluppo integrale con le forze vive della società. Serve il coraggio di mettersi in gioco", chiede il Pontefice. Infine viene raccomandato un lavoro interuniversitario. "L’Europa - ricorda Francesco - è stata la culla delle università, ma deve ritrovarne il senso. La vostra Università continui a lavorare nel sistema universitario a tutti i livelli e in particolare con le università cattoliche affinché si crei un clima fruttuoso di cooperazione, di scambio e di mutuo aiuto nel costruire progetti didattici e di ricerca innovativi, orientati a quella carità intellettuale che non fa sconti alla verità e che non si accontenta di mediocrità". Perciò il Papa incoraggia tutti, docenti e studenti, "ad aprire i cuori e le menti. A non accontentarsi – voi studenti prima di tutto – degli spartiti correnti, del pensiero apparentemente egemone, di un mondo in cui diversità è conflitto. Possiate sentire la sana ambizione di aggiungere qualcosa di originale, che sia anche concreto e utile. Voi giovani - nota infine -, non abbiate timore
di essere esigenti con i vostri docenti, che per essere maestri devono essere anche testimoni. E voi, docenti, non temete di essere esigenti con i vostri studenti, perché esprimano il meglio di sé".
È richiesta in sostanza, conclude il Papa, una "educazione integrale, in un mondo globalizzato e frammentato, pieno di contraddizioni, che richiede tanto lavoro insieme. Un lavoro serio, creativo, artigianale, che passa attraverso la mente, il cuore, le mani".
Mimmo Muolo
Avvenire, 14 novembre 2019