“Il triduo pasquale è il cuore dell’anno liturgico e l’essenza della fede cristiana. La delicata situazione sanitaria e le inedite restrizioni sociali, dovute alla pandemia da Coronavirus, ci costringono a celebrare la Pasqua in uno scenario imprevisto e inusuale. Percepiamo immediatamente e con sofferenza le limitazioni per la vita personale, l’attività del nostro Ateneo, l’espressione della fede. Eppure, a ben vedere, ci è data la possibilità di vivere una Pasqua speciale e non meno significativa”.
Lo scrive mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, nel suo Messaggio per la Santa Pasqua all’Ateneo.
“Viviamo tempi di estrema precarietà e incertezza – prosegue – ma forse proprio per questo possiamo toccare con mano una speranza più grande, perché la tomba del dolore e della morte non è l’ultima parola, perché ci viene incontro, come accaduto alla Maddalena, colui che vive e dà la vita, perché viene effuso su tutti noi lo Spirito Santo per essere suoi testimoni fino agli estremi confini”.
E ancora: “Come non vedere già i bagliori della risurrezione nei volti dei medici e dei sanitari che danno la vita per i malati, nelle famiglie che si ritrovano nelle case in un rinnovato abbraccio di unità e condivisione, nell’impegno operoso per non interrompere la formazione universitaria, nella solidarietà diffusa che ci restituisce il volto più umano della convivenza civile, nel mondo intero che da questa pandemia non potrà che uscire cambiato e, ci auguriamo, profondamente rinnovato. Così, ancora una volta nelle pieghe della storia e nel dramma del vivere umano, ci viene data la grazia di contemplare il volto del Risorto”.
In allegato il testo integrale del Messaggio.