Favorire una migliore integrazione scolastica degli alunni autistici. Questo l’obiettivo del kit per insegnanti di scuola primaria, elaborato dal Centro studi e ricerche sulla disabilità e marginalità dell’Università Cattolica di Milano, diretto dal professor Luigi D’Alonzo, che sarà presentato questa mattina in Largo Gemelli, con la partecipazione di oltre 400 insegnanti. Realizzato nell’ambito del progetto europeo Transform autism education che si concluderà ad agosto, il kit è il risultato di tre anni di ricerca nell’ambito di Erasmus+, in tre Paesi: Italia, Gran Bretagna e Grecia.
«Il primo valore aggiunto del progetto è proprio il suo carattere internazionale», spiega la ricercatrice Paola Molteni, che ha lavorato alla produzione del materiale formativo per gli insegnanti, online da settembre sul sito www.transformautismeducation. org e scaricabile gratuitamente. «Si tratta – spiega Molteni – di due prodotti: un vademecum di 60 pagine con consigli molto operativi e una lista di quaranta indicatori di qualità per approfondire i bisogni dei bambini autistici». Secondo le stime più recenti, in Italia un bambino su 110 soffre di questo disturbo, mentre negli Stati Uniti il rapporto è di un bambino ogni 65. «Si tratta – spiega Paola Molteni – di un disturbo che presenta un’ampia varietà di casi e che, per questo, richiede a chi si prende cura di queste persone competenze molto specifiche. A partire proprio dagli insegnanti della scuola primaria».
Per arrivare alla definizione del materiale che sarà diffuso nelle scuole, i ricercatori della Cattolica hanno condotto una sperimentazione nell’area di Monza e Brianza, in collaborazione e con il sostegno dell’Ufficio scolastico provinciale, attraverso la distribuzione di un questionario che indagava i bisogni dei bambini con autismo del territorio, a cui hanno risposto 185 docenti. Nel primo semestre del 2016 si è svolta la fase sperimentale vera e propria, con il coinvolgimento di 250 tra insegnanti, dirigenti scolastici e personale tecnico di sei istituti comprensivi dei comuni di Lissone, Renate, Meda e Ornago. Complessivamente, sono stati quaranta i bambini con autismo interessati dal progetto.
«Le insegnanti – sottolinea la ricercatrice della Cattolica – hanno accolto con entusiasmo la nostra proposta e, con il sostegno dei dirigenti, si è creato un gruppo di lavoro nelle scuole coinvolte. Un altro valore aggiunto della sperimentazione – prosegue Molteni – è, infatti, la creazione di comunità di pratica che coinvolgono l’intera comunità scolastica, che si fa carico del bambino autistico. In questo senso, la figura del dirigente assume un grande valore per la creazione di nuove risorse all’interno della scuola». Che è chiamata, inoltre, a confrontarsi e a lavorare con le altre agenzie educative (in primo luogo, la famiglia) del territorio. «Un altro dei risultati positivi di questo progetto – conclude Paola Molteni – è quindi l’aumentata consapevolezza, a tutti i livelli, che l’autismo è un tema che merita riflessione e ulteriore approfondimento».
Paolo Ferrario
Avvenire, 8 giugno 2017