È stato inaugurato giovedì scorso il nuovo Ambulatorio multidisciplinare per la disforia di genere del Policlinico Agostino Gemelli. Si tratta di un servizio di consulenza multidisciplinare dedicato a giovani che presentano difficoltà nella strutturazione della propria identità personale e di genere e alle loro famiglie.
L’obiettivo è quello di individuare, ad opera di un’equipe multidisciplinare che coinvolge la psichiatria, la neuropsichiatria e la psicologia clinica afferente alla Fondazione Gemelli, la tipologia e la durata del percorso che meglio incontra le esigenze dei giovani, aiutando anche il nucleo familiare a gestire la propria funzione genitoriale. A tale scopo, presso l’Ambulatorio multidisciplinare per la disforia di genere sarà effettuato innanzitutto un colloquio conoscitivo, al termine del quale i giovani e i loro genitori potranno, se lo desiderano, accedere a percorsi di sostegno e/o cura di gruppo o individuali. Al termine del percorso verrà rilasciato un certificato circa la tipologia e la durata dell’iter intrapreso e le condizioni cliniche dell’utente.
«L’apertura di questo ambulatorio risponde alle sempre più numerose richieste di aiuto e di accoglienza che riceviamo – spiega Gabriele Sani, ordinario di Psichiatria all’Università Cattolica e direttore della Uoc di Psichiatria clinica e d’urgenza e del Centro Psichiatrico Integrato di ricerca, prevenzione e cura delle dipendenze (CePID) della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs –. Lo concepiamo come un momento di riflessione e ascolto ancora prima che terapeutico. Un impegno che vede coinvolti specialisti di diverse discipline che, lavorando in sinergia, vogliono capire e lenire la sofferenza che spesso accompagna queste ragazze e questi ragazzi, con un approccio multidisciplinare. Chi si rivolgerà a noi avrà un percorso dedicato e personalizzato nel quale si lavorerà di concerto per capire, valutare, trattare eventuali patologie, e scoprire la strada da seguire». La strutturazione della propria identità personale e di genere è una delle esperienze più belle e affascinanti, seppur faticosa, nel proprio percorso di crescita e la pubertà il momento di maggiore definizione.
«Accompagnare l’individuo fin dalla prima infanzia nel percorso di costruzione del sé e della propria identità è infatti – precisa Maria Luisa Di Pietro, associata di Medicina Legale all’Università Cattolica e direttrice del Centro di Ricerca e Studi sulla salute procreativa dell’ateneo – un compito importante e talora non privo di difficoltà, che può richiedere molteplici contributi e diverse competenze». La disforia di genere è «solo l’ultima manifestazione di un profondo processo di trasformazione socioculturale che dalla nascita di internet in poi ha promosso un nuovo modo di pensare, di comunicare e di percepire la realtà – afferma Federico Tonioni, ricercatore di Psichiatria all’Università Cattolica e dirigente medico della Uoc Psichiatria clinica e di urgenza del Gemelli –. Hikikomori, disturbi dell’apprendimento e disforia di genere sembrano muoversi su quel confine sottile che separa le sorprendenti potenzialità evolutive dell’essere umano dalla possibile genesi di nuove psicopatologie. E come spesso accade questi due ambiti sono destinati a sovrapporsi. Ci avviciniamo all’apertura di questo nuovo servizio animati dal bisogno di comprendere, lontani da qualsiasi pregiudizio e nel rispetto di ogni individualità, consapevoli di lasciare ai giovani di oggi un mondo sempre più difficile da abitare».
Roma Sette, 17 marzo 2024