UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Agesc: «Educhiamo i giovani ad un utilizzo consapevole dell’Intelligenza artificiale»

Ormai è entrata a far parte della vita di tanti ragazzi: ma quanti sono consapevoli dei pericoli dell’online?
1 Marzo 2024

Diciamoci la verità: oggi non ci sorprende più l’abilità dei nostri bambini alle prese con smartphone e telefonini tanto è diventato “normale” vederli muovere le dita sullo schermo o impartire ordini ad Alexa piuttosto che ad un altro dispositivo elettronico di cui oggi sono fornitissime le nostre case.

Se passiamo poi ai più grandicelli e ci addentriamo nell’ormai attualissima Intelligenza Artificiale scopriamo che (dati alla mano) 2 adolescenti su 3 hanno sperimentato Chat GPT e altre AI, tanto per intenderci quelle applicazioni basate sull’intelligenza artificiale cosiddetta “generativa”, vale a dire in grado di creare in autonomia, online, contenuti di ogni genere (file audio, testi scritti, immagini, audio…). Il dato che ci interessa però maggiormente è che a questo crescente utilizzo non corrisponde altrettanta conoscenza del mezzo; vale a dire che solo una piccola minoranza sa spiegare “come” funzionano. A rivelare l’utilizzo così forte dell’Intelligenza Artificiale tra i più giovani è la ricerca condotta da Generazioni Connesse – il Safer Internet Center Italiano, coordinato dal ministero dell’Istruzione e del Merito – che in occasione del Safer Internet Day di quest’anno ha coinvolto 2.315 ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

A nostro avviso sono dati sui quali come genitori, come Agesc, ci sentiamo interpellati e certamente la scuola, in particolare, gioca un ruolo importantissimo perché se da un lato i risvolti positivi indubbiamente ci sono, dall’altro c’è un “rovescio della medaglia” pesante da considerare. Siamo tutti d’accordo che una competenza chiave, in prospettiva futura, sarà sicuramente quella di saper utilizzare le straordinarie possibilità che le intelligenze artificiali già offrono, ma ancora più determinante sarà il saper “capire” il come, il perché, e di conseguenza la gestione di queste “risorse”. Molti di noi ricorderanno il famoso Bignami con il quale, o grazie al quale, abbiamo risparmiato spesso tempo in vista di un’interrogazione o di un compito in classe; oggi quel libricino è stato sostituito da una tecnologia molto familiare alle nuove generazioni, che si dimostrano sempre più avvezze a farla “lavorare” al posto loro, accorciando i tempi di produzione di compiti, riassunti, ricerche, testi scritti.

Se qualche anno fa l’intelligenza artificiale era un argomento da specialisti, oggi tutti noi e i nostri figli ne abbiamo almeno sentito parlare. Ma nonostante l’AI sia diventata un argomento di massa solo pochi considerano il “pericolo” che deriva dal “governo” di tutto il mondo dei social network da parte degli algoritmi. Strumenti così potenti, progettati ad arte per tenere i giovani utenti incollati a questi ambienti digitali tanto da perdere il controllo sul tempo.

Una dinamica questa che viene sottovalutata dai ragazzi, e talvolta anche da noi adulti, che riteniamo di riuscire a controllarli. In questo contesto, lo sottolineiamo, il ruolo della scuola può essere fondamentale. La formazione dei nostri ragazzi anche su queste tematiche è imprescindibile in ambito scolastico e in questo fondamentale è l’apporto dei docenti.

Basta pensare che negli ultimi anni la cultura della sicurezza in ambiente digitale è cresciuta proprio grazie ai docenti. Pescando ancora qualche dato sull’indagine curata da Generazioni Connesse emerge infatti che ben 7 ragazzi su 10 (tra quanti hanno dichiarato di aver approfondito i pericoli dovuti a un uso corretto della Rete) dichiarano di aver appreso le nozioni più utili soprattutto dai professori. Il passaggio urgente è adesso quello di accostare all’educazione/formazione sui pericoli della Rete quello delle Intelligenze Artificiali.

Importante sarà il ruolo della scuola che, nell’ambito dell’alleanza educativa con la famiglia, potrà sicuramente aiutare noi genitori con i nostri figli in un cammino educativo che, partendo sempre dalla centralità della persona, al cui servizio si pongono i progressi della scienza e della tecnologia, sarà necessario per un corretto e consapevole utilizzo dell’AI tra opportunità e rischi.

Avvenire, 1 marzo 2024