UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

A scuola con il personalismo

Un volume curato da Bellingreri e Tognon su come l’educazione necessiti di una precisa concezione antropologica
21 Settembre 2021

Fin dalle origini della civiltà occidentale i cammini della filosofia e della pedagogia si sono intrecciati. Basti pensare, a questo riguardo, alle grandi elaborazioni di pensiero dell’antica Grecia che hanno mostrato di possedere sempre una straordinaria valenza educativa: a tale proposito, come non ricordare, fra gli altri, Socrate, Platone e Aristotele, autentici maestri di pensiero e di vita? E ancora, come non sottolineare che uno dei concetti- chiave del patrimonio culturale della grecità è stato quello di paideia, termine tanto ricco di significati da risultare pressoché intraducibile, che contiene in sé un forte richiamo sia alla sapienza che all’educazione?

Anche il personalismo, una delle più interessanti correnti filosofiche del XX secolo, si presenta caratterizzato da questa feconda commistione di filosofia e pedagogia, come attesta, sino dal titolo, l’ottimo volume “Della persona. Prospettive filosofiche e pedagogiche”, curato per Scholé da Antonio Bellingreri e Giuseppe Tognon (pagine 296, euro 24,00).

Nell’introduzione, Bellingreri chiarisce nei termini seguenti quale sia l’impianto del libro: «Con il collega e amico Giuseppe Tognon, abbiamo raccolto in volume dodici saggi, presentando la riflessione sulla persona svolta da alcuni autori del Novecento diversamente rappresentativi. I profili possono esser ordinati in quattro sezioni, li abbiamo disposti seguendo questi nuclei tematici: riferimenti teoretici essenziali (Edmund Husserl, Max Scheler, Martin Heidegger); percorsi fenomenologici (Eugen Fink, Paul Ricoeur, Jean-Luc Marion); personalismi cristiani (Romano Guardini, Edith Stein, Jacques Maritain); tradizioni italiane (Luigi Stefanini, Giuseppe Capograssi, Luigi Pareyson)». Coloro che hanno contribuito alla redazione dell’opera (D’Addelfio, Anelli, Tumminelli, Brinkmann, Canullo, Tognon, Naro, Falque, Gilbert, Romano, Biancu, Palumbo) si dimostrano convinti che l’agire educativo necessiti di una ben precisa concezione antropologica e di un’altrettanto chiara visione del mondo.

Per rispondere a questa esigenza fondativa, gli autori fanno riferimento al personalismo, il quale, a sua volta, richiede una definizione rigorosa della certezza che lo sostiene e lo anima, quella espressa dall’affermazione «l’essere umano è persona». Da questo punto di vista, il libro si presenta come uno strumento assai utile per orientarsi nel percorso effettuato dalle filosofie personaliste e, al tempo stesso, per ritrovare le basi per edificare un personalismo che, non immemore del suo passato, sia comunque in grado di rispondere agli interrogativi del presente, che sono di carattere eminentemente filosofico, ma che posseggono pure decisivi riflessi sul versante pedagogico.

Maurizio Schoepflin

Avvenire, 19 settembre 2021