UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Sì al ddl, ma è duello sul voto in condotta

Con il 5 scatta la bocciatura e con il 6 si verrà rimandati a settembre
1 Ottobre 2024

Con il 5 scatta la bocciatura (o la non ammissione all’esame di Terza media e di Maturità), mentre con il 6 si verrà rimandati a settembre in Educazione civica, con l’obbligo di realizzare un elaborato critico sulla cittadinanza attiva e solidale da esporre durante l’esame di riparazione. Inoltre, il punteggio più alto del credito scolastico sarà attribuito soltanto in presenza di un voto pari o superiore a 9. È il nuovo voto in condotta, che farà media, previsto dal ddl Valditara approvato ieri dalla Camera in via definitiva, con 154 voti a favore, 97 contrari e 7 astenuti. La legge prevede anche il ritorno dei giudizi sintetici alla scuola primaria (da insufficiente a ottimo) al posto dei giudizi descrittivi. Novità anche per la sospensione: l’allontanamento dalla scuola, fino a un massimo di due giorni, comporterà il coinvolgimento dello studente in attività di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare; l’allontanamento dalla scuola di durata superiore a due giorni comporterà invece lo svolgimento di attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con la scuola. E ancora: multe da 500 euro e fino a 10mila euro per chi offende il personale scolastico. Questa disposizione si affianca alla legge del deputato leghista Rossano Sasso, operativa dallo scorso aprile, che prevede un incremento delle pene detentive: dai cinque anni per aggressione si è passati a sette anni e mezzo e da tre a quattro anni e mezzo per oltraggio.

«Questa legge rappresenta un passaggio fondamentale per la costruzione di un sistema scolastico che responsabilizzi i ragazzi e restituisca autorevolezza ai docenti», commenta il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. «Il nostro obiettivo – aggiunge – è sostenere il lavoro quotidiano dei docenti e di tutto il personale scolastico perché ai giovani siano chiari non solo i diritti ma anche i doveri che derivano dall’appartenere a una comunità, a iniziare dal dovere del rispetto verso l’altro». «Soddisfazione» è espressa dalla sottosegretaria Paola Frassinetti: «Ho da sempre sostenuto questa storica battaglia di Fratelli d’Italia». Una riforma, avverte che «non ha alcun intento punitivo ma vuole tutelare e far ritrovare autorevolezza alla classe docente».

La novità è salutata positivamente anche dai presidi. «La pratica della cultura del rispetto – ricorda il presidente di Dirigentiscuola, Attilio Fratta – è ancorata, oggi più di ieri, ad un cambio consapevole di prospettiva, verso la quale un ruolo genitoriale attivo risulta essere assolutamente determinante». Di «passo in avanti» parla il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli: «Abbiamo sentito di troppi comportamenti indisciplinati e fuori canone ultimamente – ricorda –. È giusto che gli studenti siano chiamati a riflettere sulle loro responsabilità come conseguenza delle loro azioni».

Fortemente negativo, invece, il giudizio della segretaria generale della Flc-Cgil, Gianna Fracassi, che parla di «misura inefficace e formale che propone un’idea di scuola autoritaria, che dimentica la propria missione principale di educare». E di «scuola che separa i ricchi dai poveri, chi ce la fa da chi non ce la fa, che torna a proporre i ghetti», parla Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata dem. «Invece di investire sul disagio giovanile pensa di proporre come soluzione la bocciatura», sottolinea Ascani. Infine, anche per il deputato M5s, Gaetano Amato, «quello sul voto è un provvedimento inutile, che non tiene conto di fattori come l’ambiente e la situazione familiare degli studenti».

Paolo Ferrario

Avvenire, 26 settembre 2024