UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il sogno di Sara, docente di sostegno: una cattedra fissa e stessi studenti

Ha cambiato due scuole in tre anni. E c’è anche il rischio che la prof debba trasferirsi dalla Calabria a Palermo
29 Agosto 2024

Come ogni anno di questi tempi, Sara Gigliotti, insegnante di sostegno, aspetta e spera in una convocazione per quell’incarico annuale che la realizza dal punto di vista professionale, ma del quale ha bisogno anche sotto l’aspetto economico perché tre anni fa, quando ha ottenuto la prima supplenza ha mollato il lavoro di restauratrice.

«Ogni anno in questo periodo abbiamo il magone in attesa degli affidamenti degli incarichi. Per sapere dove finiremo stavolta, ma anche perché potremmo non lavorare», si sfoga la docente che difficilmente riuscirà a tornare nella scuola di Cassano allo Jonio, nel Cosentino, dove tutto è cominciato e alla quale è rimasta legata come capita spesso agli insegnanti con una marcia in più. Gli studenti ancora la cercano, la chiamano, chiedono consigli e la pregano di tornare da loro. Sara risponde che non dipende dalla sua volontà, ma le procedure occupazionali scolastiche sono così complicate che spiegarle è un’impresa. Comprenderle, poi, ancora peggio. Situazione simile per l’istituto superiore di Corigliano Rossano dove ha lavorato lo scorso anno non essendo riuscita a restare per il terzo anno a Cassano. La famiglia del ragazzo che ha seguito sino a giugno ha chiesto alla dirigente scolastica di confermarla alla luce della continuità didattica di cui parla con insistenza il ministro Valditara, ma che ancora è tutta da definire.

« È frustrante a giugno guardare negli occhi i ragazzi, ai quali comprensibilmente ti sei legata dopo un anno assieme, e dire loro “forse ci rivedremo a settembre”. È anche una sofferenza – aggiunge la professoressa – perché sai di non potere continuare il lavoro svolto durante i mesi, un giorno dopo l’altro. Lo è anche per gli studenti, soprattutto quelli più fragili, costretti a cambiare ogni anno il docente di riferimento. Lo vivono come un segno di abbandono. Tra l’altro noi di sostegno stiamo diciotto ore in aula con loro, più dei docenti curriculari, quindi si crea un rapporto speciale con tutta la classe e non solo con lo studente o la studentessa affidata a noi», spiega la docente confessando pure il «senso di fallimento» che prova dopo il superamento col massimo dei voti il recente concorso a cattedra finanziati dal Pnrr. Che tra l’altro l’ha costretta a sette ore e mezzo di auto per raggiungere la scuola del Palermitano che ha accolto la prova orale. La graduatoria di merito non è stata ancora pubblicata, ma non è detto che l’assumeranno perché in Calabria sono solo sei i posti in palio. Ci saranno anche altri candidati e candidate che avranno superato le prove con 100/100, una per esempio è la sua amica Marianna, quindi per scegliere i sei fortunati entreranno altri elementi. Tant’è che molti stanno pensando a un ricorso, perché è dura da accettare la mancata assunzione, se non subito almeno nei prossimi anni grazie a una graduatoria che possa restare vigente per professionisti pure con anni di esperienza in classe oltre che capaci di superare brillantemente un concorso.

«Sì, non esagero. Provo un sentimento di fallimento perché, nonostante la specializzazione all’insegnamento di Sostegno che si aggiunge ovviamente ad altri titoli professionali, l’impegno in classe e il concorso superato col massimo dei voti, non si vede all’orizzonte l’immissione in ruolo con la fine del precariato che è lacerante per tutti», sigilla la professoressa Sara Gigliotti, al momento disoccupata.

Domenico Marino

Avvenire, 29 agosto 2024

Nella foto, Sara Gigliotti con gli studenti dell’Istituto di istruzione secondaria superiore di Cassano allo Jonio