UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Nasce in Cattolica l’Istituto di cultura araba

L’inaugurazione il 30 agosto 2024 con il rettore Elena Beccalli, il sultano Bin Muhammad Al-Qasimi e la principessa Bodour Al-Qasimi
29 Agosto 2024

Sicuramente uno «spazio di dialogo e di incontro», ma anche un passaggio per creare una istituzione «capace di coordinare tutte le attività che già da un decennio sono state messe in campo». Il professor Wael Farouq, docente di lingua e cultura araba all’Università Cattolica, commenta così l’annuncio dell’inaugurazione del nuovo Istituto di cultura araba, presso l’ateneo cattolico di Milano, di cui lo stesso docente sarà anche il direttore. «Possiamo parlare di una tappa importante di un cammino che dal 2014 ci ha visto progettare molte iniziative rivolte ai cittadini di cultura e lingua araba presenti in Italia e agli italiani che sono interessati a conoscere questa cultura».

Domani alle 10 nell’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano si terrà la cerimonia di inaugurazione dell’Istituto che avrà la propria sede negli edifici di via Lanzone 14 che già ospitano aule dell’ateneo di largo Gemelli. Un Istituto che nasce anche grazie ad un accordo che l’Università Cattolica ha siglato con la Sharjah Book Authority, importante organizzazione degli Emirati Arabi Uniti promotrice di iniziative culturali legate all’editoria. E a sottolineare l’importanza che anche l’organizzazione culturale degli Emirati pone su questo Istituto, saranno presenti la principessa Bodour Al-Qasimi (che introdurrà l’incontro assieme al rettore dell’Università Cattolica, Elena Beccalli) e il sultano Bin Muhammad Al-Qasimi, emiro di Sharjah e membro del Consiglio supremo federale degli Emirati.

«Per noi è un grande onore che le autorità di Sharjah abbiano voluto sottoscrivere con la Cattolica questo progetto di Istituto di cultura araba», commenta il direttore.

«Del resto il nostro impegno aggiunge il direttore dell’Istituto, Farouq - ha trovato un grande impulso dalla firma del Documento sulla fratellanza umana, firmato ad Abu Dahbi nel 2019 da papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar, così come dall’enciclica “Fratelli tutti”. Abbiamo vissuto questi due documenti come un incoraggiamento a proseguire il nostro lavoro di creare occasioni e luoghi di incontro tra il mondo arabo e quello occidentale».

Secondo il professor Farouq «l’Istituto permetterà di riorganizzare e sistematizzare le tante iniziative e i molti progetti che abbiamo già messo in campo verso entrambe le parti, consapevoli che soltanto l’incontro e la conoscenza reciproca ci aiuterà a scoprire l’altro nella propria identità».

Insomma scoprire gli aspetti culturali e sociali - che ci possono accomunare. «Un passo «più avanti della semplice accoglienza, pur importante e necessaria, basata sui beni materiali, ma che interpella le culture». Il Centro di cultura araba «non solo intende custodire una realtà di incontro e dialogo che già esiste, ma punta a potenziarla». Nella cerimonia inaugurale è previsto anche un dibattito con i contributi di Mohamed Safy Al-Mostaghanimi, segretario generale dell’Accademia di lingua araba di Sharjah, e di Ignacio Gutierrez de Terán, professore all’Università Autonoma di Madrid, che si confronteranno sul tema “Linguaggio arabo in Europa. Il caso della Spagna”.

Enrico Lenzi

Avvenire, 29 agosto 2024