UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Restare in ascolto di vita e spirito. Dalla periferia i segnali più liberi

Una riflessione con i giovani per rinnovare l’esperienza cristiana
24 Luglio 2024

L’estate è sempre più un tempo di vitalità e di effervescenza di iniziative, che vedono come destinatari ragazzi e giovani, e tanti adolescenti coinvolti come animatori, in un prezioso apprendistato del servizio e della gratuità. Accanto a queste attività molto note, altre ve ne sono che si collocano nello stesso solco vitale, ma che si muovono alle periferie esistenziali ed ecclesiali. Si direbbe che la loro forza stia nella marginalità. I margini sono luoghi porosi, frontiere, luoghi di confine. Come la Galilea in cui il Risorto ha dato appuntamento ai suoi: mescolanze di visioni e di stili, dialoghi, provocazioni. Qui si può vivere solo per ciò che si è, senza riconoscimento alcuno, al di là di ogni consenso.

Anche Pennabilli è terra di confine, tra la Toscana, le Marche e la Romagna; qui l’eredità dello Stato pontificio si è incontrata con quella della Romagna rossa; qui la Valmarecchia si conclude e si chiude. Qui, presso il Monastero agostiniano, si è svolta nei giorni scorsi un’esperienza di grande interesse: una Summer School sulla spiritualità dei giovani. Con nulla in comune con un convegno e con una scuola, questa esperienza ha voluto essere formativa, nel senso più intenso del termine: silenzio e riflessione, preghiera e lavoro, ascolto e dibattito, amicizia e condivisione sono gli ingredienti di base, tutti ugualmente necessari. Quando la formazione è esperienza sensoriale e contemplativa, intellettuale e relazionale, genera il coinvolgimento di tutta la persona, sollecitata a mettersi in gioco, aiutata a liberarsi dai propri schemi e dalle proprie rigidità, sostenuta nella fatica di rivedersi e disporsi a cambiare. La Summer School di Pennabilli è giunta alla sua sesta edizione: nel corso di questi sei anni ha subìto una trasformazione progressiva, da un modello formativo centrato sui contenuti ad un altro centrato sulle persone, sulle loro storie, nella prospettiva di un coinvolgimento globale.

Il filo rosso che ha tenuto insieme i diversi momenti di questa tre giorni è stato quello della spiritualità, a partire dai risultati della ricerca dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo dedicata ai giovani che hanno abbandonato la Chiesa (a cui Avvenire ha dedicato molta attenzione). La marginalità ha bisogno di stare in ascolto e di dare voce alle voci che oggi pochi ascoltano. I giovani sono tra queste: hanno molto da dire, molto potrebbero contribuire a far ringiovanire società e Chiesa, se si stesse in loro ascolto senza dare per scontato che le conosciamo già; sono voci dissonanti rispetto a quelle che fanno opinione; sono spesso provocatorie e scomode, ma forti nel chiedere vita e autenticità.

Quasi presi per mano dai giovani –quelli presenti attraverso le loro interviste e quelli presenti fisicamente – gli adulti hanno scoperto progressivamente un nuovo modo possibile per stare con se stessi, con gli altri, con Dio, nella vita... Vi è una storia spirituale ricchissima nel cristianesimo, che sembra non parlare più alle persone di oggi; se questa spiritualità non si scioglie dal suo legame con i caratteri del tempo in cui sono fiorite, finisce con il dar luogo a percorsi estranei alla vita, eppure tenaci, quasi catene a imprigionare dimensioni esistenziali che chiedono di emergere, di essere reinterpretate, di essere restituite alla vita che le ha generate. La sfida della Summer School è stata quella di dare voce alla nuova ricerca spirituale che emerge, talvolta in maniera accorata e drammatica, dalla testimonianza dei giovani. E di cercare nuove strade spirituali, per vivere da donne e uomini, credenti e cercatori, in questo tempo.

Al centro del percorso della tre giorni vi è stato l’ascolto della Parola di Dio: ascolto profondo, sperimentando la forza trasformatrice della Parola quando le si permette di rivivere in noi, quando ad essa si aprono non solo l’intelligenza, ma la vita intera.

Infine, un’ultima considerazione. Questa iniziativa ha assunto come punto di partenza i risultati dell’indagine dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, mostrando in concreto quanto la disponibilità di elementi di conoscenza rigorosi sia prezioso, e ne ha assunto il metodo: quello dell’ascolto a tutto campo. Quando un report di ricerca costituisce il punto di partenza per nuove esplorazioni allora significa che quella ricerca ha toccato un aspetto nevralgico, e lo ha fatto in maniera vitale e generativa. È chiaro allora che la conoscenza e la consapevolezza non sono elementi accessori di un processo formativo e pastorale ma ne costituiscono un presupposto essenziale.

Quante cose potranno emergere ancora per ora non è dato sapere; forse approfondimenti della ricerca stessa, forse sperimentazioni, forse l’individuazione di luoghi per giovani in ricerca, forse l’avvio di esperienze formative per adulti che vogliano prepararsi a essere punti di riferimento qualificati e autorevoli... Occorrerà restare in ascolto, della vita e dello Spirito. Dalla periferia, sembra che il suo respiro possa giungere più libero e più forte.

Paola Bignardi

Avvenire, 24 luglio 2024