UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Maturità 2024, blog e selfie per un maturando su tre

La rivincita del diario nell’era dei social
22 Giugno 2024

Anche nell’era digitale “tenere un diario” naturalmente online e condiviso sui social - è ancora un’attività importante per tanti giovani. Si può spiegare anche così la scelta, effettuata da quasi un maturando su tre (il 28,9% per la precisione) della traccia che prendeva spunto da un testo di Maurizio Caminito del 2014, Profili, selfie e blog. Pur scontando un decennio di anticipo rispetto ai rapidissimi cambiamenti in atto soprattutto nel campo della comunicazione, il testo proposto ha, evidentemente, colpito l’immaginario di una buona fetta dei 526.317 candidati che ieri si sono misurati con la prima prova scritta d’Italiano della Maturità 2024. Sette le tracce proposte e la più gettonata è stata, appunto, quella di attualità incentrata sul «mutamento che ha subito la scrittura diaristica a causa dell’affermazione dei blog e dei social».

Sul secondo gradino del podio, con il 17,3% delle preferenze degli studenti, si è piazzato un brano di Giuseppe Galasso sulla Storia d’Europa e come questa, nell’età contemporanea, sia stata caratterizzata dall’«equilibrio del terrore» tra le potenze nucleari. Due anni di guerra in Ucraina e otto mesi di conflitto in Medio Oriente, hanno certamente segnato il presente degli studenti, che hanno così scelto di esprimere il proprio punto di vista sull’attuale quadro geo-politico che sembra davvero riportare indietro le lancette della storia a momenti che, con la fine della contrapposizione Est-Ovest, si pensava archiviati per sempre. Evidentemente così non è anche la scelta del tema della Maturità è un indicatore importante di quanto gli ultimi eventi stiano segnando la vita dei giovani.

Significativo è anche che gli studenti abbiano indicato, come terza preferenza assoluta con il 14,7% delle scelte complessive, il tema della “riscoperta del silenzio”. Lo spunto è stato un testo di Nicoletta Polla-Mattiot sulla «responsabilità di rompere il silenzio» decidendo di parlare. Un «atto rituale di riconoscimento dell’altro» oggi ancor più necessario, che si nutre anche di silenzio. Condizione indispensabile per fare spazio alle parole degli altri. Pur ampiamente pronosticato alla vigilia, Luigi Pirandello - qui proposto con un brano tratto dai Quaderni di Serafino Gubbio operatore,

sugli «effetti che lo sviluppo tecnologico può produrre sugli individui e sulla società contemporanea» - si è piazzato soltanto al quarto posto, con il 13,1% delle preferenze dei candidati. Che, non avendo ancora maturato significative esperienze lavorative, forse non sono ancora del tutto consapevoli del necessario equilibrio da conquistare tra il progresso della tecnica, che pare inarrestabile e il primato della persona umana. Che non deve mai essere ridotta a «una mano che gira una manovella», come racconta Pirandello.

L’Elogio dell’imperfezione di Rita Levi-Montalcini e Pellegrinaggio di Giuseppe Ungaretti - sul «dramma della guerra e della sofferenza umana» - viaggiano quasi appaiati con, rispettivamente, l’11,5% e l’11,1% delle preferenze, mentre, nettamente staccato con il 3,4% delle scelte complessive dei maturandi, chiude la “classifica” un testo della giurista Maria Agostina Cabiddu sulla bellezza e la promozione paesaggistica dell’Italia.

«Avrei scelto una traccia storica – ha commentato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara –. La storia mi piace molto è una materia di grande rilievo, di grande importanza perché costruisce il nostro passato, la nostra identità e risponde alla domanda chi siamo e che vogliamo essere».

Di tracce «stimolanti» parla la sottosegretaria al Mim, Paola Frassinetti. «I nostri maturandi hanno avuto la possibilità di trattare argomenti coinvolgenti e attuali, oltre che di cimentarsi nell’analisi del testo di due grandi della nostra letteratura », ha sottolineato. E oggi si prosegue con la seconda prova scritta caratterizzante i diversi indirizzi di studio.

Paolo Ferrario

Avvenire, 20 giugno 2024