UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Chiara Griffini al vertice del Servizio Cei per la tutela dei minori

La psicologa è tra i maggiori esperti sul tema, ha diretto il Servizio Safe per la formazione degli operatori pastorali
24 Maggio 2024

Tra le diocesi in prima linea nella promozione di una cultura generativa a favore dei minori c’è stata in questi anni quella di Piacenza-Bobbio. Merito certamente del vescovo Adriano Cevolotto – che al pari di tanti pastori in Italia ha tradotto in buone prassi le indicazioni sul tema di papa Francesco con coraggio e solerzia – ma merito anche della competenza e della passione con cui la psicologa e psicoterapeuta Chiara Griffini ha guidato dal 2019 il servizio diocesano per la tutela dei minori.

L’esperta, che era anche membro del Consiglio di presidenza del Servizio nazionale, da oggi prende il posto dell’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni come presidente del Servizio nazionale istituito dalla Conferenza episcopale italiana per “studiare e proporre contenuti informativi e formativi, oltre che strumenti operativi, per consolidare nelle comunità ecclesiali una cultura della tutela dei minori, per rafforzare la sicurezza dei luoghi ecclesiali frequentati dai minori, sensibilizzare tutti gli operatori pastorali e prevenire ogni forma di abuso”.

Su tutti questi fronti Chiara Griffini – prima donna laica ad rivestire un ruolo direttivo nell’ambito degli Uffici pastorali Cei - è stata, in questi anni, sempre in prima linea. Tra i suoi tanti incarichi il coordinamento del progetto Safe grazie al quale, tra il 2019 e il 2021, nonostante il lockdown, sono stati preparati 1.200 operatori. L’obiettivo, come lei stessa ci aveva raccontato in un’intervista «Costruire una nuova sensibilità preventiva con la formazione di relazioni generative, capaci di restituire un’immagine buona di comunità. La mentalità generativa è quella che sa accogliere, accompagnare e lasciare andare. Così si promuove la vita. La mentalità abusante irretisce, trattiene, confonde e offende la vita».

Il progetto Safe è nato grazie all’impegno di tre associazioni, Papa Giovanni XXIII (di cui la referente è la stessa Griffini), Azione cattolica (referente Martino Nardelli) e Centro sportivo italiano, (Alessandra Pietrini). Accanto alle tre realtà ecclesiali, a dare peso scientifico al piano formativo, il Dipartimento di sociologia dell’Università di Bologna con il Centro interdisciplinare di ricerca sulle vittime e la sicurezza di cui è responsabile Raffaella Sette, coordinatrice del corso di laurea in scienze investigative e della sicurezza. Con lei un altro docente del dipartimento, Simone Tuzza.

Ma chi sono questi primi 1.200 operatori specializzati in tutela dei minori e delle persone vulnerabili grazie al percorso di formazione biennale del progetto Safe? Genitori, allenatori, dirigenti, sportivi, educatori parrocchiali, insegnanti. Tutte persone che hanno accettato di migliorare le proprie competenze o perché già coinvolte a vario titolo nelle attività promosse dalle tre associazioni che sostengono il progetto o perché raggiunte dalla rete lanciata in 27 diocesi. I contenuti della formazione, preparati, come detto. dall’Università di Bologna, con una piattaforma scientificamente condivisa, e tenuti da équipe di psicologi, pedagogisti, giuristi, esperti di pastorale e di comunicazioni, sono stati impostati su tre moduli formativi e tre focus tematici, uno per ogni modulo: “L’abuso, tra ferita e reato. Impariamo a riconoscerlo, per prevenirlo”; “L’adulto affidabile: un cammino verso l’intimità matura”; “Parole condivise per raccontare qualcosa di intimo. La tutela dei minori tra accogliere le ferite e promuovere una comunicazione generativa”. Un progetto quindi con un’impostazione sistemica, di connessione tra i diversi contesti abitati dai minori - la famiglia, lo sport, il gruppo – in cui è stato tra l’altro realizzato un’implementazione della protezione in chiave preventiva e nei contesti di segnalazione e supporto alle vittime.

Sul fronte della tutela dei minori Chiara Griffini ha al suo attivo anche alcune pubblicazioni, tra cui Accountability e tutela nella Chiesa. Proteggere i minori dagli abusi oggi (con Chiara Gianfreda) pubblicato nel 2022 da Rubettino. Si tratta di un testo che la prefazione del cardinale Matteo Zuppi e che raccoglie gli atti del convegno omonimo organizzato dalla diocesi di Piacenza-Bobbio, dalle Facoltà di Economia e giurisprudenza e di Scienze della formazione e dal Dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, in occasione della prima giornata nazionale di preghiera e sensibilizzazione per le vittime e i sopravvissuti agli abusi. In un percorso a cavallo tra aspetti giuridico-normativi e psicologico-educativi, il testo risponde a domande come: “cosa significa tutelare un minore? Quale immagine di tutela dei minori guida l'agire nei contesti istituzionali oggi, compresi gli ambienti ecclesiali? Esistono delle reti di collaborazione tra Chiesa e società civile che promuovano contesti di vita sicuri in cui minori e vulnerabili siano al centro?”.

Del 2021 è invece Non è un'App. Promuovere un sistema permanente di tutela dei minori, nella Chiesa e nella società (Ave Editrice) sempre curato da Chiara Griffini, in cui si mette a fuoco il momento della formazione per porre al centro della propria azione educativa con i minori la dimensione della tutela e acquisire gli strumenti necessari per affrontare insieme e meglio gli inevitabili rischi che accompagnano questo impegno. Come fare questo percorso? Il testo spiega che grazie all’ascolto, alla ricerca e alla formazione, è possibile far emergere il cambiamento e la bellezza che scaturiscono anche da situazioni complesse e impreviste. Fare squadra quindi per generare un'azione preventiva di sistema contro gli abusi. Proprio gli obiettivi – spiega Chiara Griffini – che hanno animato il "Progetto Safe - Educare e Accogliere in ambienti sicuri". Il libro raccoglie infatti approfondimenti, piste di riflessione, contenuti sviluppati e scaturiti dal progetto, che vengono offerti a genitori, educatori, allenatori, dirigenti sportivi e a tutti coloro che sono a contatto con i minori per legami familiari, di lavoro, studio, responsabilità associative e istituzionali.

Con la nomina di Chiara Griffini alla presidenza, il Servizio nazionale Cei per la tutela dei minori ha ora due donne al vertice. Già nel 2019 come coordinatrice dell'Ufficio era infatti stata scelta una donna, Emanuela Vinai. Una scelta di genere che non deve stupire. Secondo il Report annuale sulla rete territoriale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, la maggior parte delle persone impegnate a livello diocesano è rappresentato proprio da donne. Davvero un esempio bello e concreto di declericalizzazione.

Luciano Moia

Avvenire, 23 maggio 2024