UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Modena, studenti verso le scelte di vita

L’arcivescovo Erio Castellucci agli studenti delle classi quinte: «Il valore di ogni cosa vissuta viene dato dall’amore»
13 Maggio 2024

Una celebrazione eucaristica nata su iniziativa degli insegnanti di religione e dedicata agli studenti delle classi quinte di Modena e provincia in un momento decisivo per le loro vite.

Non solo per l’avvicinarsi dell’esame di maturità, ma per le scelte che ogni giovane è chiamato a fare nel crinale che porta dal liceo al mondo degli adulti. Scelte che non si limitano alla carriera universitaria o all’esordio nel mondo del lavoro, ma che comprendono una sfera affettiva ed esistenziale assai delicata.

L’Eucaristia, tenutasi sabato 4 maggio 2024 alla chiesa parrocchiale di San Francesco, è stata presieduta dall’arcivescovo Erio Castellucci – rientrato da Roma per l’occasione – e concelebrata dal parroco Paolo Monelli. «Sembrerebbe più facile servire che amare – ha commentato monsignor Castellucci durante l’omelia –. Perché servire non richiede un coinvolgimento del cuore mentre l’amore sì». Infatti, «per amare bisogna vivere la gratuità più che il dovere». Perché – ha proseguito l’arcivescovo – «ricordiamo ogni cosa vissuta nella vita per la qualità dell’amore che riceviamo e offriamo, a tutte le età». Al punto che «se c’è qualcosa che fa andare in crisi una persona è l’esperienza di un amore non corrisposto» o «di un investimento affettivo che è andato male». È allora che si realizza «che servire sia facile e amare difficile». Servire – ha spiegato – «è sul piano delle cose da fare, amare sul piano delle relazioni della nostra vita. E noi senza amore ci lasciamo deprimere: l’amore per la nostra esistenza è come il pane per il corpo, come l’acqua». L’amore acquisisce una centralità evangelica dal momento in cui «il Dio in cui noi crediamo è amore». Il che si può dire di Lui, «ma non di noi, che amiamo ma non siamo amore». Citando un frammento del Vangelo domenicale (cf. Gv. 15, 9-17), «Quando Gesù dice ai suoi discepoli “Voi siete miei amici” fa riferimento all’amore, che è l’essenza della nostra vita».

«Perché – ha osservato – se noi viviamo pensando che tutto sia un caso, potremmo sgonfiarci presto nei nostri progetti. Se invece sappiamo di essere qui perché siamo amati, è perché Dio conta su di noi». Perché l’amore, benché non elimini gli ostacoli della vita, «ci tiene in braccio». Se, ad esempio - ha proseguito l’arcivescovo - «un bambino si avventura da solo in un bosco può avere tanta paura», ma se invece «vi si addentra portato in braccio da qualcuno, la vita cambia: e il messaggio di Gesù è che noi siamo portati in braccio nella nostra vita». Riflettendo ancora sul Vangelo, l’arcivescovo ha sottolineato: «Quando Gesù dice che “nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per i propri amici” è perché chi ama non ha nemici». Così, «proprio perché siamo legati a un Dio che è amore, dobbiamo vivere queste cose nel quotidiano». “Ringraziamo il Signore – ha concluso monsignor Castellucci – perché è amore, e proseguiamo nel cammino della vita perché vi avvicinate a una scelta importante». «Ricordate - ha suggerito - che il Signore ci aiuta ad affrontare le difficoltà attraverso il senso e la gioia».

Durante la celebrazione sono state rivolte delle intenzioni «per i docenti e per tutti coloro che si occupano dell’istruzione dei giovani», per i ragazzi «che si apprestano a vivere il domani», per la pace e perché «la comunità scolastica possa vivere la solidarietà» nel rispetto «della diversità sociale e religiosa». A conclusione della Messa, i docenti hanno rivolto un saluto ai giovani studenti, ricordando che «è passato un anno dalla promessa di ritrovarci insieme». «Per tanti – ha proseguito il messaggio dei docenti – non è stato un anno facile: sacrifici, gioie e dolori si sono succeduti giorno dopo giorno». Nel futuro, «i giorni trascorsi nella scuola superiore diventeranno un ricordo». «A voi, ragazzi – il saluto degli insegnanti –, l’augurio che la vostra vita vi regali delle emozioni. Che il Signore illumini il vostro cammino, regalandovi sapienza e umiltà».

Annalisa Ghelfi

Quel cammino da percorrere insieme, volto al domani 

Un’occasione per «accompagnare gli studenti in un momento importante nelle loro vite: spetterà a loro, d’ora in poi, assumere la responsabilità delle proprie scelte». Lo ha detto Augusto Arienti, direttore dell’Ufficio diocesano per la scuola, a margine della Messa tenutasi sabato 4 maggio nella chiesa parrocchiale di San Francesco e dedicata agli studenti delle classi quinte di Modena e provincia. «Tutti loro – ha commentato Arienti, riferendosi agli studenti presenti – hanno frequentato l’Insegnamento di religione, che ha offerto una chiave di lettura per superare le prove e gli ostacoli che si presenteranno in futuro».

Per Alberto Castagnetti, di 18 anni e studente dell’Istituto tecnico industriale del Fermi, è stato «un momento arricchente, pur non essendo abituato a frequentare la Chiesa». Era lì per ragioni affettive: gli amici, le persone a lui care. Non avrebbe frequentato l’ora di religione, se non per l’approccio della sua insegnante: «Si è sempre mostrata vicina, capace di ascolto. Certe persone ti capiscono e ti aiutano ad affrontare i problemi che si presentano durante l’anno». Castagnetti proseguirà i suoi studi frequentando il corso di Ingegneria informatica a Modena, intrecciando studio e lavoro.

C’è chi invece, tra gli studenti, deve ancora compiere una scelta. È la situazione di Caterina Bacino, di 18 anni e studentessa del Tassoni. «Farò sicuramente l’università. È vicina la stagione dei test di ingresso nelle facoltà, della scelta del corso da frequentare». Non nasconde, la studentessa, la propria ansia per quanto concerne il futuro.

Per una sua compagna di banco della stessa età, quello vissuto insieme agli insegnanti è stato «un momento di condivisione» capace di accorciare «la distanza che spesso divide studenti e insegnanti».

Nostro Tempo, 12 maggio 2024