UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Cambiano i voti a scuola, primo sì dal Parlamento

Il Senato approva, ora il testo alla Camera. Valditara: non cambiano le pagelle, sarà solo un giudizio finale sintetico
18 Aprile 2024

Tornano i giudizi sintetici alla primaria, con 5 in condotta arriverà la bocciatura o la non ammissione all’Esame di Stato e sono previste multe salate per chi aggredisce il personale scolastico. Con 74 “Sì”, 56 “No” e nessun astenuto, il Senato ha approvato, ieri mattina, il disegno di legge Revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti, che ora passa alla Camera. In sintesi, la riforma prevede, appunto, la bocciatura per chi avrà 5 in condotta, mentre con il 6 «il Consiglio di classe assegna un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare in sede di colloquio dell’esame conclusivo del secondo ciclo».

Il ddl approvato ieri riforma anche l’istituto della sospensione. Fino a due giorni, lo studente dovrà svolgere «attività di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare». In caso di allontanamento da scuola oltre i due giorni, il responsabile sarà coinvolto in «attività di cittadinanza solidale». Infine, sono previste multe fino a 10mila euro per coloro che si rendessero responsabili di aggressioni verso il personale scolastico.

Per il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, si tratta di «un importante passo in avanti nella costruzione di una scuola che responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti. A differenza di quanti parlano di misure autoritarie e inutilmente punitive – sottolinea il ministro – io rivendico la scelta di dare il giusto peso alla condotta nel percorso scolastico degli studenti». Un plauso alla «stretta sulla libertà di comportamento » arriva dal presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, che sottolinea come «certe licenze e certi modi disinvolti di comportarsi a scuola» non siano «accettabili». Favorevole alla riforma del voto in condotta anche il Moige, che chiede «nuovi strumenti a supporto dei genitori, anello mancante delle strategie formative».

Un emendamento del governo al ddl approvato, prevede, inoltre, il ritorno dei giudizi sintetici (da “insufficiente” a “ottimo”), alla scuola primaria, al posto dei giudizi descrittivi (da “in via di prima acquisizione” ad “avanzato”), introdotti nel 2020. Una riforma che non piace a una vasta area di associazioni della scuola (dai Maestri cattolici alla Flc-Cgil), ma che è strenuamente difesa dal Ministro: «La riforma non ha mai previsto voti – ricorda Valditara –. I giudizi analitici sul percorso dello studente resteranno e a questi si aggiungerà un giudizio finale sintetico. Un’operazione di chiarezza nell’interesse delle famiglie e degli stessi studenti». Infine, intervenendo al question time della Camera, Valditara è tornato sul “caso Pioltello”. Cioè, sull’opportunità o meno di sospendere le lezioni in corrispondenza di feste religiose non riconosciute dallo Stato. «La norma che stiamo studiando è molto semplice – ha spiegato il Ministro –: non consentire la chiusura delle scuole in occasione di festività religiose o nazionali non riconosciute dallo Stato italiano. Ovviamente senza nessuna discriminazione nei confronti dei ragazzi che vogliano invece festeggiare quelle determinate ricorrenze che saranno giustificati se rimarranno a casa».

Paolo Ferrario

Avvenire, 18 aprile 2024