UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola, il sostegno che divide: più posti ma non dove servono

Le associazioni dei disabili plaudono alla possibilità, data alle famiglie, di chiedere la conferma del docente di sostegno. Contrari i sindacati
3 Aprile 2024

Tremila posti in più rispetto allo scorso anno accademico, ma sempre troppo pochi per soddisfare la domanda di insegnanti di sostegno delle famiglie, soprattutto nelle scuole del Nord. Anche il decreto per l’avvio del nono ciclo di specializzazione sul sostegno, firmato ieri dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, non riuscirà a invertire la tendenza degli ultimi anni, che vede un forte sbilanciamento tra la disponibilità di posti messi a bando dalle università e il numero di cattedre da coprire. Con inevitabili ricadute sui concorsi, come quelli attualmente in corso, con le regioni del Nord che hanno una grande disponibilità di posti a fronte di pochi candidati (per esempio, sul sostegno alla primaria, in Lombardia sono stati messi a concorso 4.111 posti per 171 candidati), mentre al Sud la situazione è esattamente all’opposto. Così, sempre per il sostegno alla primaria, in Campania i posti a concorso sono 60 e i candidati 3.484.

Il cortocircuito è destinato a ripetersi, visto che, anche il decreto di ieri, vede una grande differenza tra i territori e, ancora una volta, l’offerta formativa delle università non corrisponde all’effettiva necessità di insegnanti di sostegno. E questo, nonostante l’ultimo bando preveda 32.317 posti, rispetto ai 29.061 del precedente anno accademico. Un’iniezione di tremila posti in più, ma non dove servirebbero.

In tutto il Nord (Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia), l’offerta formativa delle università per la specializzazione sul sostegno si ferma a 4.564 posti complessivi, praticamente come la sola Sicilia (4.800 posti). E questo nonostante il fatto che, soltanto in Lombardia, ci siano quest’anno 55.448 alunni disabili nelle scuole di ogni ordine e grado, a fronte dei 31.249 della Sicilia. Il “record” di posti di specializzazione sul sostegno è del Lazio, (8.730), mentre in Campania sono 4.120.

«Soltanto il 14,5% dei posti è nelle regioni del Nord: così non va», denuncia il presidente del sindacato autonomo Anief, Marcello Pacifico, che ha deciso di impugnare il bando al Tar del Lazio, «per violazione di legge sulla incongruenza tra offerta formativa ed effettiva esigenza» delle scuole. Un’altra denuncia sarà presentata al Comitato europeo per i diritti sociali, per «violazione della carta sociale europea», sottolinea Pacifico. Intanto, continua a far discutere la novità, introdotta dal governo con il ddl Semplificazioni, che consente alle famiglie di chiedere al dirigente scolastico la conferma dell’insegnante di sostegno del proprio figlio, per l’anno scolastico successivo. Una misura «volta a garantire continuità didattica per chi ne ha maggior bisogno», ha scritto ieri su X, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in occasione della Giornata mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo. «Questa è la strada giusta per un’autentica inclusione, per assicurare a tutti i ragazzi una vita piena e soddisfacente», sottolinea Valditara. Ricordando anche che «negli ultimi mesi abbiamo assunto più docenti di sostegno».

Un plauso all’iniziativa del governo è arrivato dalle associazioni delle famiglie degli alunni disabili. Per la Fish si tratta di «un passo significativo». La Federazione italiana per il superamento dell’handicap, «accoglie con favore questa modifica normativa che pone finalmente un argine alla discontinuità didattica». Da «molti anni si attendeva una misura di questo tipo», aggiunge l’Associazione italiana Persone Down (Aipd). Che ricorda: «L’incognita della continuità dei docenti di sostegno all’inizio di un nuovo anno scolastico è tristemente nota alle famiglie degli alunni con disabilità».

Netta contrarietà è espressa, invece, dai sindacati della scuola. Di «proposta inaccettabile» parla il coordinatore della Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio, secondo cui la soluzione trovata «è illegittima nella misura in cui non si rispettano le graduatorie». Per l’Anief, si tratta di una «decisione insensata in linea col disastro degli ultimi anni che ha prodotto 100mila precari».

Paolo Ferrario

Avvenire, 3 aprile 2024