UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Redaelli: Runts un’occasione per la vera parità

Per il presidente nazionale della Fism, la parità scolastica passa anche da misure come l’appartenenza al Terzo Settore
13 Febbraio 2024

La parità scolastica? Non passa solo attraverso i contributi pubblici, quelli stanziati dal governo nell’ultima Legge di bilancio, o che arrivano da Regioni e Comuni tutti indispensabili; ma passa pure attraverso altre misure in grado di favorire una piena integrazione nel sistema nazionale di educazione e istruzione: come i Pon o il Pnrr. Inoltre passa anche attraverso l’appartenenza al Terzo settore e l’iscrizione al Registro unico, il Runts.

Ne è convinto Giampiero Redaelli, presidente nazionale della Fism con le sue migliaia di realtà in tutto il Paese: 1.100 servizi educativi per la prima infanzia (per bambini da 0 a 3 anni); 1.200 sezioni “primavera” (età fra i 2 e i 3 anni); oltre 6mila scuole dell’infanzia (dai 3 ai 6 anni). Realtà frequentate da quasi mezzo milione di bambini, dove - insieme a 40mila dipendenti – partecipano migliaia di volontari coinvolti nell’aiuto ai vari enti, congregazioni, parrocchie. Realtà che, per sopravvivere, in parte hanno già scelto la via del Terzo settore; in parte attendono di vedere chiarite le conseguenze delle normative soprattutto fiscali in via di approvazione. Temi al centro del convegno svoltosi il 17 gennaio scorso in Senato, del quale riferisce l’articolo qui a lato.

Presidente Redaelli qual è al momento la “fotografia” di questa transizione verso il Runts?

Abbiamo per ora dei campioni che conteggiano alcune centinaia di scuole già scritte al Runts, alle quali se ne aggiungono altrettante che hanno dichiarato le loro intenzioni per il passaggio e, in parecchi casi, hanno già presentato domanda di iscrizione ed hanno le carte in regola... Si registra interesse un po’ in tutte le regioni e province dove si è lavorato per una corretta informazione. È questo il motivo che ha spinto la Fism nazionale a candidarsi a diventare rete di Terzo settore.

Un driver per consentire il passaggio?

Sì, è un obiettivo prioritario. Per questo puntiamo a supportare e coordinare le paritarie dell’infanzia non profit che diventeranno enti del Terzo settore (Ets)”.

Si tratta anche di una svolta culturale?

Ne sono convinto. Si tratta di un’adesione che può aiutarci a perseguire gli obiettivi portati avanti da decenni, ad avvalerci degli strumenti necessari – nell’ambito in cui operiamo – migliorare la nostra offerta accogliendo le diversità culturali e religiose dei bambini che ci vengono affidati, combattendo le loro fragilità, coinvolgendoli in un patto educativo globale che sin da piccoli rafforzi in loro sentimenti di rispetto, solidarietà, tolleranza, pace…, valori imprescindibili. Appartenere al Terzo settore che ci rende interlocutori diretti dello Stato e degli altri enti pubblici a vantaggio dei bambini e delle famiglie. Il nostro resta un servizio pubblico fondamentale per il sostegno alla natalità, alla genitorialità, al lavoro femminile. Poi, essendo i nostri in larga parte poli per l’infanzia, possiamo assicurare una continuità educativa e didattica, contribuendo a garantire gli obiettivi di Lisbona.

Avvenire, 13 febbraio 2024