UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Bullismo, se il pericolo è a scuola

Dossier di Terres des Hommes: il 60% degli interrogati in Lombardia ha detto di avere subito qui una qualche forma di violenza
5 Febbraio 2024

Sono oltre i 1.100 i giovani lombardi tra i 14 e i 26 anni, intervistati (su quattromila in tutta Italia) nel dossier sull’incidenza del bullismo e della violenza online presentato da Terres des hommes. In regione il 58% dice di aver subito una qualche forma di violenza. Tra questi il 61% ha dichiarato di essere vittima di bullismo e il 18% di cyberbullismo. Tra le tipologie il 68,5% ha ricevuto violenze psicologiche e verbali (il 69% femmine e il 67% maschi). Il bullismo si configura come un fenomeno più maschile con il 69% di giovani coinvolti e il 16% di femmine. Tra gli atti di violenza più segnalati dalle ragazze il catcalling, commenti di carattere intimo non graditi ricevuti da estranei in luoghi pubblici, con il 69%, il 6% segnalato dai maschi e il 49% in generale e le molestie con il 30% (l’8,5% tra i maschi e il 23% in generale). I fenomeni di violenza colpiscono per il 79% l’aspetto fisico, l’11,5% l’orientamento, l’11% l’origine etnica e geografica, il 10% la condizione economica, l’8% l’identità di genere, il 4% la disabilità e il 3% la religione. Tra le violenze fisiche, di cui è stato vittima il 42% dei ragazzi, le più frequenti sono le aggressioni con il 70% e gli scherzi pesanti con il 62%. Tra i luoghi dove è più probabile essere vittima di violenza al primo posto c’è la scuola con il 60% (55% tra le femmine e 66% tra i maschi), seguito dalla strada con il 43%, (45% tra le femmine e 41% tra i maschi), e il web con il 39% (35,5% tra le femmine e 44% tra i maschi). Altri luoghi pericolosi sono quelli dei divertimenti e ritrovo per il 36% delle ragazze e il 35% dei maschi.

Online il rischio maggiore in cui si può incorrere è il cyberbullismo per il 57% dei giovani, seguito dal revenge porn per il 42%, l’adescamento da parte di estranei con il 35%, il furto d’identità e la perdita della privacy con il 33%, le molestie con il 27%, lo stalking con il 26%, l’alienazione dalla vita reale con il 24%, la solitudine con il 10%, il sentirsi emarginati con il 7% mentre l1% crede che sul web non si corrano rischi. Per il 60% dei ragazzi per prevenire la violenza che passa in rete sarebbe utile una maggiore regolamentazione è solo il 9% vedrebbe un rischio per la propria libertà personale un maggiore controllo mentre il 30% pensa che un cambiamento in termini di protezione non muterebbe nulla. La prima conseguenza di questa situazione, secondola ricerca, è la perdita di autostima, sicurezza e fiducia negli altri riscontrata dal 72% dei giovani seguita da ansia sociale e attacchi di panico con il 46%, isolamento e allontanamento dai coetanei con il 40%, difficoltà di concentrazione e basso rendimento scolastico con il 25%, depressione con il 25%, disturbi alimentari con il 22%, paura e rifiuto della scuola con il 21% è autolesionismo con il 16,5%.

Il tipo di violenza più diffuso è quello verbale offline poi si entra in quello della rete con il vero cyberbullismo. Altro fenomeno sui social è lo sconosciuto che carpisce immagini intime. Per qualunque fenomeno è importante par-larne con un’amica o un amico o con un adulto, per quanto difficile sia, così che si possa informare la Polizia Postale. Tra le iniziative proprio della Polizia Postale per contrastare il fenomeno del bullismo anche l’iniziativa con Unieuro “Cuori connessi” che ogni anno aiuta le vittime con il risultato di un aumento delle denunce e una presa di coscienza anche da parte dei bulli.

Monica Lucioni

Avvenire Milano, 2 febbraio 2024