UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Mons. Marconi: la religione a scuola forma persone libere

Il vescovo di Macerata risponde alle domande dei giornalisti: “la fede non si impone, così come i valori umani”
18 Gennaio 2024

“Far conoscere il pensiero cristiano che ha segnato e segna in modo molto diffuso la cultura mondiale, arricchisce umanamente i nostri studenti. Per accogliere o rifiutare una proposta di senso della vita, così significativa per tanta gente, è utile conoscerla bene. È per questo che l‘IRC è stimato, tanto che è scelto dall’84% degli italiani, molti più di quelli che vanno a messa”.

Così risponde mons. Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata e presidente della conferenza episcopale marchigiana, a un quotidiano locale in un’intervista sull’insegnamento della religione a scuola.

Il vescovo conosce bene l’argomento: in passato è stato docente di religione e responsabile della formazione degli insegnanti. I genitori – prosegue – “sperimentano quotidianamente quanto sia complesso insegnare ai propri figli il rispetto delle regole, l’ordine di vita, le buone maniere e, immagino, vorrebbero che l’IRC insegnasse educazione civica, igiene, maturità nelle relazioni affettive ed altre cose buone. Io credo che la cultura cristiana dia delle buone motivazioni per vivere tutto questo, non indottrinando, ma convincendo del valore del bene giovani liberi che debbono restare tali”.

Inoltre, “la fede non si impone, così come i valori umani, vale solo se è scelta liberamente. E questo i nostri insegnanti lo sanno e lo hanno a cuore. Vogliono aiutare la scuola a formare persone libere, che pensino con la loro testa. Questo è il primo obiettivo dell’IRC".