UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Cattolica, vie di pace sulle orme di san Giovanni XXIII

L’annuale seminario che riunisce i docenti di teologia e assistenti pastorali dell’ateneo è dedicato quest’anno alla «Pacem in terris»
14 Settembre 2023

Educare alla pace. Ma anche valorizzare l’insegnamento della teologia come strumento per ritrovare quell’approccio unitario tra le varie discipline. E pure una riflessione sul ruolo che le università cattoliche sono chiamate a svolgere in questo frangente storico. Sono davvero molte le piste di lavoro previste nel seminario di studi, promosso dal Centro pastorale dell’ateneo, rivolto a docenti di teologia e assistente pastorali dell’Università Cattolica, che si è aperto ieri pomeriggio a Bergamo, con una settantina di partecipanti dalle cinque sedi dell’ateneo. Una scelta che ha voluto sottolineare ancora di più come parlando di pace non si possa non riflettere sulla «Pacem in terris» l’ultima enciclica di san Giovanni XXIII, che di questa terra bergamasca era originario. Un testo, definito da più di un relatore della prima delle quattro giornate di lavori, come “attuale”.

«Rileggere questo testo - ha detto il rettore della Cattolica Franco Anelli nel suo saluto iniziale - dopo 60 anni è un esercizio molto utile», anche perché permette di scoprire che sin dal 1963 il Papa richiamava l’importanza delle istituzioni universitarie. Del resto, commenta don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII, intervenendo proprio sull’ultima enciclica di papa Roncalli, «anche oggi c’è grande bisogno di una cultura di pace », mentre il professore Damiano Palano direttore del dipartimento di Scienze politiche della Cattolica, sottolinea il «realismo del testo giovanneo, nel quale sono esposti i cardini di un modo di guardare alla politica, utili anche in questo quadro di guerra che da un anno e mezzo coinvolge il cuore dell’Europa, con la guerra in Ucraina». Scenario che preoccupa l’intera Chiesa europea come ha ricordato il vescovo Mariano Crociata, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione Europea (Comece).

Ne è consapevole anche il vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, dell’Azione cattolica nazionale e presidente della Commissione episcopale Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università. «Come ateneo dei cattolici italiani - ha sottolineato nella sua relazione iniziale che ha dato il via ai lavori della quattro giorni intitolati “Artefici e custodi della pace” - ci sentiamo particolarmente sollecitati a mettere al centro della nostra riflessione e dei percorsi didattici l’educazione alla pace fornendo competenze e strumenti appropriati sia dal punto di vista valoriale sia per quanto concerne la gestione dei processi culturali, economici, ambientali e politici». E non si tratto soltanto di rileggere il testo dell’enciclica giovannea, ma anche di raccogliere un esplicito invito rivolto da papa Francesco, come ha ricordato il vescovo Giuliodori citando alcuni dei passaggi del discorso che il Pontefice ha rivolto all’università cattolica portoghese in occasione della sua partecipazione alla Gmg di Lisbona lo scorso mese di agosto. «Sottolineando la peculiare responsabilità che ricade sugli atenei cattolici - ha ricordato l’assistente ecclesiastico generale il Papa ha invitato tutti ad avere molto coraggio», quasi consegnando «a tutti noi un vero e proprio programma didattico».

Un impegno, quello dell’educazione alla pace, che passa anche attraverso l’insegnamento di corsi di teologia, che sono inseriti nel percorso di studi degli universitari iscritti alla Cattolica, e che sono «elementi peculiari della proposta formativa del nostro ateneo». Corsi che «intendono essere spazio di ricerca e confronto dove gli elementi tecnici del sapere possano entrare in dialogo con una visione antropologia integrale e con la prospettiva trascendente della persona umana». Passaggio quanto mai delicato visto che, sottolinea con un pizzico di amarezza in un collegamento l’arcivescovo di Milano Mario Delpini presidente dell’Istituto Toniolo, «sui temi epocali della pace si ha l’impressione che la riflessione teologica sia considerata irrilevante».

Nello sguardo sul futuro degli atenei cattolici irrompe anche il tema dell’intelligenza artificiale, che il Papa ha scelto per il messaggio della Giornata mondiale della pace 2024.

Enrico Lenzi

Avvenire, 12 settembre 2023