UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La scuola, presidio nell’Italia profonda

Il saluto del ministro Valditara agli studenti: «È il vostro inizio». Ma 4 su 5 sono in preda all’ansia
13 Settembre 2023

Da Ceresole Reale a Palermo, dalla scuola più piccola, con appena tre alunni, nella piemontese Valle Orco, all’istituto alberghiero Pietro Piazza, nel capoluogo siciliano, il più popoloso d’Italia con oltre 1.500 studenti e cento classi. Queste sono giornate di inizio per sette milioni di studenti e studentesse. Dopo gli alunni dell’Alto Adige, tornati in classe già da una settimana, ieri la prima campanella dell’anno è suonata in provincia di Trento, in Valle d’Aosta e in Piemonte, mentre oggi toccherà alla Lombardia e domani ad Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia, Umbria e Veneto. Giovedì sarà quindi la volta di Sardegna, Puglia, Molise, Liguria e Calabria e venerdì chiuderanno l’Emilia Romagna, il Lazio e la Toscana.

«È il vostro inizio, voi con le vostre capacità da scoprire e moltiplicare giorno per giorno, voi con i vostri sogni che sono il contrario delle chimere, voi con le vostre storie da scrivere, con le vostre capacità e i vostri progetti», ha scritto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in un messaggio agli studenti. Che, però, guardano con preoccupazione a questo nuovo avvio d’anno. Secondo un sondaggio di Skuola.net, ben 4 alunni su 5 sono preda di ansia, desiderio di fuga, sconforto e rabbia e soltanto uno su cinque è contento di ricominciare. Tra i motivi di stress, si legge nella ricerca di Skuola.net, principalmente c’è l’idea di dover ricominciare con lezioni e interrogazioni (per quasi 1 su 3), il dover passare molto tempo a fare i compiti (per oltre 1 su 5), la ripresa della solita routine e dei tanti impegni (17%), la sveglia presto la mattina (1 su 10), ma anche il confronto con compagni (9%) e professori (6%).

Tra i problemi che, come sempre, attanagliano la scuola italiana c’è quello dei precari: secondo i sindacati, oltre 200mila docenti saranno i supplenti annuali anche quest’anno, 50mila sono invece i precari tra il personale Ata e oltre mille gli istituti senza preside. «Abbiamo un programma di inserimenti nella pubblica amministrazione che per la scuola prevede, nei prossimi mesi, 60mila nuovi insegnanti», annuncia il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. «La prima cosa che ci interessa – rilancia Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti – è che gli insegnanti siano in classe sin dal primo giorno. Salvo qualche piccolo miglioramento la situazione oggi è sostanzialmente come quella degli anni scorsi. La macchina del reclutamento continua ad essere in affanno.

Soprattutto in alcune zone d’Italia non si riescono a coprire i posti, mi riferisco in particolare al Nord. Il caro vita e il caro casa, invece, incidono in tutte le grandi città senza distinzione geografica. Il tema del reclutamento degli insegnanti è centrale – ricorda Di Meglio –: se non si riescono a coprire i posti, diventa necessario un ricorso molto alto al precariato. E questo tema interessa anche il personale Dsga».

Anche la figura del Direttore dei servizi generali, centrale per il buon funzionamento degli istituti scolastici, è carente in tanti territori, come confermano i dati raccolti da Anquap, l’associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche. Complessivamente, al primo settembre, i posti per Dsga scoperti sono 2.507, con situazioni particolarmente critiche in: Lombardia (-644), Lazio (-246), Veneto (-237), Emilia-Romagna (-200), Sicilia (-173), Piemonte (-154), Puglia (-144), Calabria (118), Toscana (-106) e Sardegna (-98). «L’anno scolastico ricomincia con le solite ultradecennali criticità», sbotta il presidente Anquap, Giorgio Germani.

Tra queste, gli immancabili rincari di libri e cancelleria, che già costringono le famiglie a tirare la cinghia, con le associazioni che chiedono un intervento urgente della politica. Secondo Altroconsumo, penne e matite hanno subito un aumento del 39% rispetto all’anno scorso, mentre i quadernoni addirittura del 72% rispetto al 2020. Secondo l’analisi, rispetto allo scorso anno, gli aumenti più consistenti riguardano una serie di prodotti, tra cui penne e matite grafite (+39%), evidenziatori (+24%), matite colorate (confezione, + 20%), quadernoni A4 e copertine (+13%). La spesa complessiva in un anno per un bambino che deve frequentare la prima elementare è di 161 euro, con un aumento del 4% rispetto ai 154 euro del 2022. Per la prima classe della scuola media, nel 2022 la spesa complessiva ammontava a 144 euro, mentre quest’anno si aggira intorno ai 150 euro, con un incremento anche in questo caso del 4%. Inoltre, se si mette a confronto la spesa attuale per la cancelleria con quella del 2020, emergono aumenti più elevati nei costi annui. Per la scuola primaria, oggi si spendono 161 euro per i prodotti necessari, contro i 137 euro del 2020, ovvero un aumento del 17%. Per la scuola secondaria, invece, la spesa si aggira intorno ai 150 euro, mentre nel 2020 si spendevano 127 euro (+ 18%). Da qui l’appello del Forum delle associazioni familiari, condiviso da Adiconsum, Associazione editori (Aie), librai (Ali), Federcatolai e promotori editoriali (Anarpe): innalzare da 133 a 170 milioni il fondo per il diritto allo studio delle famiglie povere, introducendo la detrazione fiscale come per le spese mediche. «Sarebbe una scelta politica forte – si legge nell’appello – che offrirebbe un chiaro segnale agli italiani nel segno del sostegno alla famiglia e dell’investimento nella formazione, leve fondamentali per ridare slancio e prospettiva di futuro all’Italia»

Paolo Ferrario

Avvenire, 12 settembre 2023

(foto Ansa)