UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Quando la scuola è un approdo sicuro

Da Reggio Calabria l’esperienza di Sara, un cammino scolastico all’insegna di due parole-chiave: autonomia e inclusione
4 Settembre 2023

Una scuola che si fa famiglia. Ridurre tredici anni di percorso in uno slogan non è semplice, ma ascoltando le parole di Tiziana Amodeo e Basilio Romeo, la sensazione è proprio questa. Tiziana e Basilio sono i genitori di Sara, studentessa reggina che ha concluso quest’estate il proprio cammino scolastico presso il Liceo delle Scienze Umane “Tommaso Gulli” di Reggio Calabria. Un cammino all’insegna di due parole-chiave: inclusione e autonomia. Termini spesso abusati che, stando al racconto dei due genitori reggini, hanno trovato braccia e gambe in quanto hanno deciso di mettersi accanto a Sara sin dalle scuola primaria. «Possiamo dire - spiega Tiziana - di essere stati fortunati: tutti gli insegnanti di sostegno che si sono alternati negli anni sono stati attenti e competenti». Un aspetto, quest’ultimo, tutt’altro che da dare per scontato: «Essere insegnanti di sostegno non è per tutti: accanto alla sensibilità occorre una preparazione specifica».

Il cammino di Sara è stato rafforzato da tutti i docenti incontrati tra cui anche don Paolo Ielo, suo insegnante di religione che per primo ha raccontato la sua storia sul nostro sito (qui trovi l’articolo completo: https://shorturl.at/fizBL ). Certo, nella scuola che si fa famiglia, contano - non poco! - le relazioni: «Al diciottesimo compleanno di Sara tutte le sue insegnanti di sostegno erano con noi a festeggiarla». Ma la “presa in carico” è un fatto comunitario che riguarda tutte le componenti della scuola: «Dai compagni di classe ai loro genitori fino ai docenti curriculari e ai collaboratori scolastici, Sara è stata voluta bene da tutti». Le parole di mamma Tiziana sono talvolta interrotta dalla commozione: vedere i tanti passi in avanti fatti dalla figlia non possono che emozionare. «I tanti gesti fatti nei confronti di Sara non sono stati dati mai per scontato» sottolinea papà Basilio. Insomma un’alleanza, quello tra scuola e famiglia, che ha consentito che i processi attivati si siano portati avanti con costanza.

Nel complesso, però, l’esperienza è stata arricchente anche per quanti hanno condiviso un pezzetto di cammino con Sara. Fondamentale, in tal senso, è stata l’avventura dell’alternanza scuola-lavoro che ha “invertito” i ruoli: ad ospitarla è stata l’Aipd, l’Associazione italiana Persone con sindrome di Down, che settimanalmente apriva le sue porte agli studenti in alternanza: «Hanno davvero scoperto un mondo: aprirsi alle diverse abilità delle persone Down ha consentito a studenti e insegnanti di approfondire il proprio bagaglio umano», sottolinea Tiziana Amodeo. Logico parlare di futuro.

Qui iniziano le note dolenti: Sara ha seguito un programma personalizzato così la sua maturità - per legge - non è un diploma, ma un attestato di frequenza. Tutto calibrato di concerto da insegnanti e famiglia per il benessere della figlia. Mancano, però, certezze “normative” rispetto al percorso universitario: «Nostra figlia spiegano i genitori - ha espresso la volontà di proseguire negli studi. Al momento lo potrà fare da “uditrice”, ma non sappiamo se e come verrà supportata». A dare manforte alla speranza, torna, però, la dimensione relazionale vissuta tra i banchi di scuola: «Pochi giorni fa una sua compagna mi ha chiamato per chiedermi cosa facesse Sara quest’anno. Di fronte ai miei dubbi - conclude mamma Tiziana - si è premurata a tranquillizzarmi: “A me e ad altre compagne farebbe molto piacere continuare a studiare con lei”». Questo non è uno slogan, ma una bellissima istantanea di cosa possano generare i percorsi inclusivi a scuola.

Federico Minniti

L’Avvenire di Calabria, 3 settembre 2023

(Nella foto: Sara Romeo, al centro, con alcune sue compagne di classe del Liceo per le Scienze umane di Reggio Calabria dove ha da poco concluso il suo percorso scolastico)