UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Studenti in cattedra contro la violenza

Partirà a settembre un nuovo progetto del ministero dell’Istruzione e del Merito: a breve le linee guida
31 Agosto 2023

Studenti in cattedra contro la violenza sulle donne. È il cuore del progetto voluto dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che partirà a settembre con l’avvio dell’anno scolastico e le cui linee guida saranno presto comunicate ai dirigenti scolastici. «La violenza sulle donne è una cosa ignobile. Dobbiamo sradicare i residui di una cultura maschilista, machista nella società italiana», ha sottolineato il ministro in un video sui social. Il progetto prevede che in classe si facciano lezioni di “educazione alla sessualità”, da intendere come corsi di formazione specifica sulla parità di genere. Le lezioni potranno essere tenute da esperti del settore (psicologi, rappresentanti di associazioni in difesa delle vittime di violenza, avvocati), ma dovranno prevedere un forte coinvolgimento degli studenti. Il modello è quello della peer education, educazione tra pari, con le lezioni tenute dagli stessi studenti. Ogni gruppo dovrà approfondire un determinato aspetto della violenza di genere.

A fianco di questi spazi “autogestiti” ci saranno anche gli interventi degli addetti ai lavori. Come, per esempio gli assistenti sociali, invece drammaticamente assenti da territori, come Caivano, in provincia di Napoli, teatro dell’orrenda violenza sulle due cuginette tredicenni da parte di un gruppo di coetanei. «Per legge, a Caivano, gli assistenti sociali dovrebbero essere sette e, invece, sono soltanto tre, di cui l’ultima assunta una settimana fa», denuncia Gianmario Gazzi, presidente dell’Ordine della categoria. «Questa è una terra dimenticata dalla politica che, colpevolmente o semplicemente per snobismo, condanna e non frequenta questi luoghi», aggiunge Gazzi. Chiedendo alle istituzioni di fare «il proprio dovere: spendere i soldi stanziati per i servizi, rispettare le leggi, dare a queste persone, ai minorenni e alle loro famiglie, il diritto di cittadinanza negato da anni».

In questi territori, per «prevenire la violenza di genere», servirebbe anche una presenza più capillare di psicologi. «I giovani oggi pensano di vivere in una realtà virtuale, tanto che spesso non si rendono neanche conto delle conseguenze delle loro azioni, immortalando e diffondendo video sui social – sottolinea David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi –. Questo succede perché siamo arrivati a un appiattimento, un impoverimento psicologico, che fa sì che i ragazzi non abbiano consapevolezza di ciò che fanno». Contro la «sedentarietà psicologica», Lazzari sostiene l’urgenza di «aiutare la scuola e la famiglia a fare educazione psicologica, per fare in modo che i ragazzi imparino a camminare con le proprie gambe e a pensare con la loro testa».

Proprio ciò che fa, ogni giorno, Eugenia Carfora, da sedici anni dirigente scolastico al parco Verde di Caivano, tristemente noto alle cronache degli ultimi anni per terribili episodi di violenza sui minori. Nominata nel 2020 miglior preside d’Italia, la professoressa Carfora chiede ora, per la comunità della cittadina in provincia di Napoli, «un grande impegno quotidiano per valorizzare giorno per giorno il bello, l’ingegno di questi ragazzi, delle loro famiglie». Un lavoro duro che non spaventa la preside. «Andare via dal parco Verde? E perché? – sbotta Carfora -. Noi non molliamo. Io vorrei morire qui. E la terra che amo e mi continuerò a battere fino a quando ne avrò le forze».

Paolo Ferrario

Avvenire, 29 agosto 2023