UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Per far rialzare i ragazzi da terra

Eraldo Affinati: “La condotta? Accanto e di fronte”
2 Luglio 2023

Intervenire sui ragazzi che sbagliano per recuperarli e farli rialzare da terra è stata una delle azioni che mi hanno dato più gioia. Era come se, vedendo Claudio, a cui il giudice minorile aveva assegnato i lavori socialmente utili, studiare i verbi accanto a Mohamed, mi convincessi della possibilità di rifondare l’essere umano: sarà pur stata un’illusione, ma se nella vita di un educatore, in mezzo ai tanti inevitabili insuccessi, non ci fosse anche qualche vittoria, sarebbe impossibile andare avanti.

Quando l’adolescente esce dai binari il fallimento è già presente, indubitabile e palese: si va dal dirigente scolastico, si convocano i genitori, si prendono i provvedimenti. Il solito teatrino che ribadisce la regola ma non risolve granché: l’ultima volta mi è capitato di sorprendere un paio di ragazzette che si erano accapigliate sulla scalinata della scuola le quali, mentre le autorità, docenti, madri e padri, sentenziavano su di loro annunciando misure punitive, si strizzavano gli occhi di nascosto in segno d’intesa. Le terribili reprobe stavano recitando davanti agli adulti, intimamente divertite per il baccano che avevano suscitato.

È giusto domandarsi se il voto di condotta deve continuare a far media con le restanti materie oppure no, tema spinosissimo e particolarmente divisivo perché contrappone idee pedagogiche alternative, quella precettistica e quella libertaria, ma forse, specialmente noi italiani, non dovremmo dimenticare ciò che ci insegnò don Giovanni Bosco col suo “metodo preventivo”. Se provassimo a ricavare dalla radicale passione educativa del santo salesiano un semplice prontuario d’uso immediato, filtrato nella sensibilità contemporanea, credo ci potremmo trovare tutti d’accordo. Bisogna innanzitutto creare un rapporto di reciproca fiducia fra giovani e adulti.

Puntare sulla qualità della relazione umana. Lavorare a ingranaggi scoperti. Non mettersi nella posizione del giudice, bensì di una guida. Essere amici e maestri dei quindicenni che ci sono stati affidati: da una parte stare accanto ad essi condividendo entusiasmi e sconforti, dall’altra mettersi di fronte a loro affinché non superino gli steccati e possano accettare le regole della convivenza civile.

Come possiamo far comprendere al giovane ribelle che il desiderio va governato, pena lo smarrimento e il delirio? Spesso non basta indicargli la legge da rispettare: anzi, nel momento in cui si arriva a sottolinearlo con la matita blu, il limite è già stato oltrepassato. Siamo nei pressi della stazione finale: lo sguardo per me indelebile di alcuni minorenni reclusi quando, quasi per sfidarli, gli chiesi: “cosa farete una volta fuori di qui?” e loro ghignando risposero: “quello che abbiamo sempre fatto.” In molti casi, lo sappiamo, non si torna più indietro. Conta piuttosto ciò che succede prima: non solo a scuola, anche in famiglia, nella comunità degli amici e soprattutto sui social. Ecco perché la pur importante discussione in corso sulla riduzione, per iniziativa ministeriale, del voto di condotta ai ragazzi di Rovigo che avevano “impallinato” la loro professoressa, rischia di non cogliere il nucleo essenziale.

Se poi arrivassimo ad enfatizzarla, rischieremmo di ottenere l’effetto opposto a quello voluto, come dimostrò una volta per tutte Jean Vigo nel lontano e simbolico 1933 con il suo capolavoro cinematografico: Zéro de conduite, la cui visione, oggi gratuitamente disponibile in Rete, consigliamo, insieme ai Quattrocento colpi, di ventisei anni dopo, il primo leggendario lungometraggio di François Truffaut, agli esperti che si apprestano a modificare i criteri di valutazione del voto in condotta.

Dovremmo intanto cominciare a smontare le vite parallele che stanno attecchendo come una vegetazione incontrollata nella psiche dei nostri figli, anche di quelli che in apparenza non hanno problemi e vanno bene a scuola, ma sperimentano un rapporto sfalsato con la realtà. E questo non si può fare con un semplice provvedimento amministrativo.

Eraldo Affinati

Avvenire, 30 giugno 2023