UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Anastasia e Alla, sui banchi insieme

Il prof che le ha seguite: le ho viste persino piangere insieme per quello che sta accadendo nell’Est Europa
26 Giugno 2023

Siedono una accanto all’altra, mentre affrontano l’esame di Maturità. Anastasia Karnaukhova, 40 anni, russa, e Alla Iareschenko, 49 anni, ucraina, da anni condividono lo stesso banco. Si sono conosciute mentre frequentavano il Centro provinciale di istruzione per gli adulti di Salerno, dove hanno potuto studiare la lingua italiana. Entrambe si sono laureate nei rispettivi Paesi (Anastasia in Chimica, Alla in Pedagogia). Mentre perfezionavano la lingua del Paese in cui hanno scelto di vivere, hanno saputo della possibilità di conseguire un diploma in Costruzioni ambiente territorio (ex geometra) grazie ai corsi di secondo livello (gli ex corsi serali).

«Quando è scoppiata la guerra in Ucraina, non sapevamo come comportarci, eravamo davvero imbarazzati – racconta il professore Vincenzo Mattei, coordinatore dei corsi di secondo livello presso l’Istituto di istruzione superiore Galilei-Di Palo di Salerno –. Avevamo sempre visto Alla e Anastasia insieme, nello stesso banco… D’un tratto i loro Paesi erano diventati nemici e i loro popoli si combattevano. A un certo punto abbiamo capito che dovevamo semplicemente comportarci come avevamo sempre fatto. E anche loro, dopo un iniziale periodo di disorientamento, sono tornate a essere quello che erano sempre state: due amiche». Si direbbe perfino che la guerra abbia ancor più cementato il loro rapporto, stando al racconto del professore Mattei: «Nel corso di quest’ultimo anno scolastico, Anastasia – la russa – è passata tutti i giorni a prendere Alla, che altrimenti non avrebbe potuto frequentare le lezioni. Vivono entrambe in due Comuni della provincia di Salerno, non molto distanti uno dall’altro.

Ogni giorno, Anastasia passa a prendere Alla e la riaccompagna a casa». Tra le due, la più sconcertata dalla situazione che si è venuta a creare fra i loro popoli è proprio la donna di origine russa. «Non riesce a spiegarsi perché i loro popoli siano coinvolti in questo conflitto, se non con la volontà di un gruppo di politici al potere nel suo Paese di trascinare russi e ucraini in una guerra senza senso. Lei dice: “Tutto ciò è fuori da ogni logica: parliamo la stessa lingua…. Dobbiamo vivere uniti, siamo Paesi vicini. Noi due siamo rimaste umane, nonostante il male che dilaga”. Le ho visto perfino piangere insieme per quello che sta accadendo». Alla è preoccupatissima per il suo Paese e per i suoi cari che vivono ancora lì. «Lei ha un fratello in Ucraina. Ogni giorno chiama lui, parenti, vicini, amici, per avere notizie. Dice: “La mia vita è lì”. Invia soldi e medicine. Si sente inerme di fronte a una tragedia che definisce “fuori dalla realtà”. Ripete: “Tutto questo non può essere reale”».

Ma, tornando all’esame di Maturità, come mai le due amiche hanno scelto di conseguire questo diploma? «Tutto nasce da un semplice interesse culturale – risponde il professore Mattei –. Lo stesso che le ha portate a frequentare il Centro provinciale di istruzione per gli adulti, dove hanno conosciuto la nostra scuola (lì facciamo orientamento). Per persone provenienti da quei Paesi è importante formarsi, acquisire sempre nuove competenze, rimettersi in gioco anche quando non si è più giovani». Una volta conseguita la Maturità, non è detto a questo punto che non trovino altre sfide da affrontare. Magari ancora insieme.

Antonio Averaimo

Avvenire, 23 giugno 2023