UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Abbandono scolastico, troppi ritardi

Il nostro Paese è terzo in Europa per interruzione del percorso di studi: male soprattutto il Sud
6 Giugno 2023

Tra domani e il 16 giugno, secondo il calendario regionale stabilito dal ministero dell’Istruzione e del Merito, termina l’anno scolastico. Torna così alla ribalta un’altra emergenza: il fenomeno dell’abbandono con i numeri allarmanti che si ripresentano come sempre ad aule chiuse. Con una media del 12,7%, l’Italia è il terzo Paese in Europa per interruzioni del percorso di studi, preceduta solamente da Romania (15,3%) e Spagna (13,3%).

Per contrastare la piaga della dispersione, e quindi della povertà educativa con le diseguaglianze che ne derivano, servono politiche efficaci di orientamento degli studenti, ad ogni livello. Lo sostiene ActionAid Italia, l’organizzazione internazionale indipendente impegnata nella lotta alle cause della povertà che quest’anno ha sottoposto ai docenti delle secondarie di primo e secondo grado di Palermo, Siracusa e Reggio Calabria un questionario dal quale sono emerse alcune criticità: carenza di iniziative, scarsa informazione sugli indirizzi che si possono scegliere, dialogo insufficiente con le famiglie, poca collaborazione e progettazione comune fra i soggetti interessati. Ma anche i ragazzi si lamentano. «Non veniamo aiutati nel creare una prospettiva progettuale sul nostro futuro, conosco molte persone che dopo la scuola non sanno che fare poiché non vengono aiutate nell’orientarsi su un lavoro o studio futuro» dice Valentina, 19 anni, ultimo anno dell’Istituto Tecnico Commerciale “Insolera” di Siracusa.

La scelta della scuola, però, è quasi sempre legata al territorio e ai retroterra culturali. «Se si proviene da una zona che permette di poter sfruttare le risorse presenti e la famiglia ha una visione ampia, il ragazzo riuscirà a decidere più consapevolmente. In altri casi purtroppo questo non accade e quindi si viene influenzati dalle scelte del gruppo dei pari piuttosto che da quelle familiari che derivano anche da necessità economiche» spiega Lucia Boscia, educatrice per ActionAid nei programmi di orientamento a Palermo. A dicembre il ministero dell’Istruzione e del Merito ha adottato le nuove linee guida per l’orientamento accompagnandole, nella legge di Bilancio 2023, da uno stanziamento di 150 milioni di euro per il “Fondo finalizzato alla valorizzazione del personale scolastico con particolare riferimento alle attività di orientamento, inclusione e contrasto alla dispersione scolastica”.

Il Pnrr prevede poi un fondo specifico di 1,5 miliardi. Ma per ActionAid è necessaria una vera riforma del sistema. «La politica promossa dal ministero è debole e rimane troppo legata a una logica meritocratica e non diretta a eliminare le disuguaglianze e gli ostacoli che impediscono ai giovani di accedere a percorsi che valorizzino le loro competenze e aspirazioni – commenta Maria Sole Piccioli, responsabile “area education” per ActionAid Italia -. Inoltre, la gestazione della “riforma” sull’orientamento è avvenuta internamente al ministero senza coinvolgere il mondo della scuola né altri attori, pubblici e privati, attivi nel settore». Ciò che manca, e che le linee guida del ministero sembrano ignorare, secondo ActionAid, è soprattutto un rapporto con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, le Regioni, i Centri per l’impiego e la formazione professionale. Altre “problematicità” denunciate sono il ruolo dei tutor scolastici e la fase del monitoraggio e della valutazione ritenuta insufficiente a individuare con completezza il fenomeno.

Fulvio Fulvi

Avvenire, 6 giugno 2023