UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Adolescenti, l’ansia che genera violenza

Soltanto nell’ultimo anno, il 20% degli alunni ha assistito a un’aggressione verso gli insegnanti
30 Maggio 2023

«Sembrava non avere emozioni». Così, i compagni di classe, descrivono il sedicenne che, ieri mattina, ha gravemente ferito con un grosso coltello un’insegnante in una scuola superiore di Abbiategrasso, hinterland di Milano. Ed è, forse, questo l’aspetto più sconvolgente della vicenda: come è possibile restare indifferenti mentre si compie un gesto così clamorosamente al di fuori non soltanto delle regole della scuola ma della stessa convivenza civile? Eppure è successo è ora le domande si rincorrono. Alcuni dati aiutano a completare il quadro delle informazioni: l’aggressività tra gli studenti e nei confronti degli insegnanti ha indubbiamente fatto segnare un’impennata nell’immediato post-pandemia.

Stando ai dati di una recente ricerca online del portale Skuola.net, che ha il polso della popolazione scolastica italiana, soltanto nell’ultimo anno il 20% degli alunni (1 su 5) ha assistito ad aggressioni verbali o fisiche verso gli insegnanti. Se poi si prendono in considerazione anche gli anni precedenti, la situazione diventa, se possibile, ancora più preoccupante. In pratica, uno studente su tre, almeno una volta nel suo percorso scolastico, ha assistito ad un episodio di violenza nei confronti di docenti. E, nel 18% dei casi, si tratta di vere e proprie aggressioni fisiche. Come accaduto ieri ad Abbiategrasso.

Sulla salute psicologica degli adolescenti si è concentrato anche un dossier di Fondazione Soleterre realizzato con l’Unità di ricerca sul Trauma dell’Università Cattolica di Milano, che ha indagato l’impatto traumatico della pandemia sugli adolescenti, nonché il suo impatto sulle loro capacità di regolazione emotiva. I risultati, pubblicati sulla rivista internazionale Journal of Child & Adolescent Trauma, hanno mostrato la necessità di non sottovalutare l’impatto psicologico del Covid-19, soprattutto sulla popolazione più giovane, ma di affrontarlo come un problema urgente e tempestivo. Dall’indagine è infatti emerso che il 29,1% dei soggetti ha riportato un alto livello di sintomi intrusivi, il Disturbo post-traumatico da stress e alti livelli di sintomi di ipereccitazione sono stati segnalati dal 35,5% dei partecipanti.

Per affrontare questo fenomeno, che, come racconta la cronaca, sta assumendo proporzioni da allarme sociale, la Fondazione ha messo in campo il progetto “Non dimentichiamoci degli adolescenti”, finanziato dal fondo T.Rowe Price 2022. Il progetto ha offerto supporto psicologico a 31 adolescenti tra i 14 e i 18 anni, presi in carico sul territorio di Milano, per un totale di 212 colloqui condotti da psicologi e psicologhe. Nella maggior parte dei percorsi sono emerse tra gli adolescenti forti difficoltà relazionali con i propri coetanei e all’interno del nucleo familiare. Spesso sono stati riportati episodi di attacchi di ansia e di panico soprattutto legati al rientro a scuola dopo il lockdown.

Inoltre, molti pazienti riscontravano una riduzione della motivazione a frequentare le lezioni scolastiche, così come del desiderio di svolgere altre attività. «Il Covid e la guerra in Ucraina stanno avendo un impatto sulla salute mentale dei giovani, generando depressione e ansia – spiega lo psicologo Damiano Rizzi, presidente di Soleterre –. È necessario adottare forme di intervento pubblico per la presa in carico degli adolescenti con disagio psicologico e veri e propri traumi». Come sottolineato anche ieri dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è, insomma, arrivato il momento di «riflettere sull’introduzione dello psicologo a scuola». Un passaggio che, se e quando arriverà, sarà comunque in «forte ritardo», sottolinea il presidente dell’Ordine degli psicologi, David Lazzari, che ricorda i 125mila professionisti «pronti a intervenire» e il protocollo siglato con il Ministero al tempo del Covid, che ha visto il 70% delle scuole attivare il servizio di supporto psicologico, «con risultati positivi», ricorda Lazzari. «Nel 2022 il protocollo non è stato rinnovato – conclude il presidente degli psicologi –. Ora, però, è necessario passare da una presenza emergenziale dello psicologo a scuola ad una sua presenza strutturale».

Paolo Ferrario

Avvenire, 30 maggio 2023